Gaeta – La DDA cerca documenti sulle concessioni dell’AdSP e trova anfore precristiane

Polizia e Guardia Costiera hanno denunciato marito e moglie. Lui è Pietro Salipante referente della “Star Center Italia” al centro di un’inchiesta per corruzione

GAETA – Nella mattinata di giovedì, la Guardia Costiera e la Polizia di Stato hanno denunciato, in stato di libertà, un 76enne di Gaeta, Pietro Salipante e sua moglie poiché ritenuti responsabili di detenzione illecita di reperti archeologici.

In particolare, la Guardia Costiera di Napoli e la Squadra Mobile della Questura di Caserta, col supporto dei Commissariati di P.S. di Gaeta e Fondi nonché del Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, hanno realizzato una serie di perquisizioni domiciliari e informatiche su Civitavecchia, Gaeta e Castelvolturno, delegate nell’ambito di diversa indagine e cioè quella della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della DDA di Napoli.

La vicenda riguarda le concessioni fatte avere da due dipendenti dell’Autorità di Sistema Portuale alla società di formazione dei marittimi di Castelvolturno Star Center Italia.

Le perquisizioni hanno riguardato anche Lucio Pavone Guido Guinderi.

Blitz della DDA negli uffici dell’AdSP di Civitavecchia, Gaeta e nella casa di Lucio Pavone

Nell’abitazione di Salipante, sono state rinvenute due anfore di particolare interesse storico. Si tratta, nella fattispecie, di manufatti risalenti a diversi secoli orsono, uno dei quali stimato addirittura come appartenente all’epoca precristiana, del valore di decine di migliaia di euro.

Pietro Salipante è stato consigliere comunale con la giunta di Cosmo Mitrano eletto nella lista civica “Il Nuovo Quadrifoglio”. Nell’ultima tornata elettorale è risultato primo dei non eletti nella lista “Gaeta Democratica” che sosteneva il candidato, poi eletto sindaco, Cristian Leccese dove ha ottenuto 182 preferenze.

Sulla vicenda ci sono ulteriori sviluppi che approfondiremo nella giornata di domani.

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Presunzione di innocenza

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.