Regione Lazio – L’ultimo sgarbo di Zingaretti è regalare l’urbanistica al Comune di Roma

Gualtieri deciderà autonomamente sul futuro piano regolatore della Capitale d’Italia

di Eliano AMANDO
ROMA – La Giunta Zingaretti si accinge a togliere il disturbo dalla Regione lasciando il segno ‘Z’ sulle ultime delibere. Anzi una doppia Z (‘ZZ’), sia forse per non confondersi con lo slogan bellico voluto dal capo della Federazione Russa, sia perché anche la parola Zombi comincia per Zeta, come lo stesso Zingaretti.

E infatti in questo momento Zingaretti in Regione è costituzionalmente uno zombi, visto che per l’art. 122 della Costituzione nessuno può far parte contemporaneamente di Consiglio/Giunta regionale e del Parlamento.

Ebbene oggi 28 ottobre 2022, anniversario della marcia di Costantino su Roma nel 312 d.C. (prima ancora che di quella dei seguaci di M. in camicia nera del 1922), anziché col segno della croce cristiana di IN HOC SIGNO VINCES, Zingaretti pensa di vincere la sua guerra poltronistica con la doppia ZZ postcomunista sulle sue delibere-zombi, per la riconquista piddina della Regione e per il mantenimento del potere nella Capitale gestita dal Sindaco PD Gualtieri.

Ma mentre prima di iniziare le votazioni della importantissima proposta di legge omnibus 346, che è stata partorita in Giunta il 7 ottobre 2022, la neoparlamentare di opposizione (FDI) Chiara Colosimo ha fatto il beau geste di dichiarare la rinuncia alla poltrona regionale per poi astenersi doverosamente dall’esercitare le funzioni di consigliera regionale nella imminente discussione nel merito e votazione odierna della cennata legge (prosieguo della discussione rinviato or ora al prossimo giovedì 3 novembre), il Presidente Zombi Zingaretti, assente alla Pisana e forse oggi soltanto bilocato a Montecitorio e Via Colombo, rimane formalmente incollato (e forse anche contributivamente se riautocertificatosi dipendente-dirigente della Unione regionale PD Lazio, puntando magari alla soglia-record del fatidico ‘milione’ di Bonaventura quanto a contributivi figurativi per la sua futura pensione da nababbo) sia alla poltrona di deputato che a quelle di Presidente-consigliere regionale e di Presidente di Giunta regionale, in violazione dell’art. 122 Cost.

La proposta di legge 346 non è una passeggiata. Parla di energia, di protezione civile, di tutela dell’ambiente, di partecipazioni societarie. Forse non è materia su cui possa validamente deliberare nella pienezza dei poteri un Consiglio regionale che costituzionalmente e statutariamente già dovrebbe trovarsi sciolto per dar luogo ad elezioni anticipate con le doverose dimissioni invece posticipate da Zingaretti.

Ma Zinga-Ulisse ha ben escogitato di inserire il suo cavallo di Troia, nascosto nell’art. 44 della proposta.

Con l’articolo 44 della PDL 346 la Regione si priva per sempre del potere di approvazione delle varianti al Piano regolatore del Comune di Roma Capitale e li conferisce direttamente per l’eternità alla Città Eterna, cioè al Comune stesso, a cui così competerà finalmente non solo l’adozione ma anche l’approvazione delle varianti. Insomma grazie a Zingaretti, Gualtieri il PRG se lo scrive, se lo canta e se lo suona tutto da solo con la sua maggioranza capitolina.

Però Gualtieri comanda anche in Città metropolitana di Roma Capitale, a cui in base alla Legge Delrio 56/2014 (sul punto rimasta disapplicata) competerebbe la pianificazione territoriale generale, cioè proprio l’adozione/approvazione del PRG e delle sue varianti.

E perché Zinga-Ulisse, con l’art. 44cavallo di Troia’, si è infischiato degli artt. 114 e 117 della Costituzione secondo i quali al legislatore statale in via esclusiva sono riservati, rispettivamente, l’ordinamento speciale di Roma Capitale e l’individuazione delle funzioni fondamentali delle Città metropolitane?

Semplicemente perché a Palazzo Valentini – dove la legge Delrio in odore di incostituzionalità, come da recentissimi avvertimenti perfino della rinsavita Corte Costituzionale, mette ope legis sulla poltrona più alta una persona (Gualtieri in quanto Sindaco del Comune di Roma Capitale) non eletta dall’intero corpo elettorale della Città metropolitana e non sfiduciabile – Gualtieri non ha una maggioranza.

Tra l’altro la PDL 346 della Giunta Zingaretti non umilia soltanto la Città metropolitana, calpestandone le prerogative, ma anche i 15 Municipi di Roma, che almeno un tempo erano chiamati ad esercitare una rilevante funzione consultiva preventiva obbligatoria.

La verità è che per chi, come Zingaretti, maturato odontotecnico cresciuto nelle file della FGCI, poi panterino, insomma allevato nell’aia alla corte di Botteghe Oscure, ha inalato fin da piccolo il machiavellismo e la cultura marxista-leninista del diritto inteso come sovrastruttura borghese capitalistica che hanno improntato la cultura comunista anche in Italia, pure la Carta Costituzionale può diventare, per esigenze opportunistiche di seduta, ‘carta igienica monovelo’. E questa sì che è ‘dietrologia’!