I micidiali fendenti sferrati con le zanne esterne della bocca dell’ungulato hanno provocato l’amputazione di un braccio dell’uomo e parte di una gamba
Il cinghiale l’ha attaccato a morsi e l’ha sbranato. Albertino Esposti, il 92enne aggredito mercoledì scorso da un cinghiale in una corte agricola a San Giovanni del Dosso, in provincia di Mantova, è ora ricoverato in terapia intensiva. L’uomo era stato richiamato dall’abbaiare del cane che ringhiava contro qualcosa. Quando si è reso conto che un cinghiale si era introdotto nella corte, era troppo tardi per fuggire.
Tornando verso casa, il figlio Ivano ha visto da lontano una scena agghiacciante: il padre cercava di divincolarsi ma il cinghiale non mollava la presa. Alla fine l’animale è scappato facendo perdere le sue tracce nella campagna circostante. «Mio padre è in fin di vita, non mi sento di dire altro». Poche parole, pronunciate con la voce rotta dall’emozione, sottolineano la gravità della situazione. Suo padre è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Cremona dove le sue condizioni, al momento stabili, vengono costantemente monitorate. Il pensionato ha subito due operazioni e l’amputazione del braccio destro e di parte della gamba sinistra.
Ivano Esposti, figlio di Albertino, non si dà pace: suo padre, 92 anni, mercoledì scorso è stato aggredito da un cinghiale in una corte agricola a San Giovanni del Dosso, in provincia di Mantova. L’anziano si trova ora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Cremona.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Gonzaga, l’aggressione è avvenuta intorno a mezzogiorno nella dimora di via Guantara, al confine con il Comune di Concordia, nel Modenese.
Albertino Esposti, che si trovava in cortile, ha notato che il cane abbaiava contro qualcosa. Quel qualcosa era un cinghiale che era riuscito ad intrufolarsi nella corte.
L’animale l’ha attaccato e lo ha sbranato, non lasciandogli il tempo di mettersi in salvo. Ivano, che era andato nei campi a bordo del trattore, nel rincasare ha visto la scena agghiacciante di suo padre che stava lottando contro l’animale, con il cinghiale che non mollava la presa.
Alla fine la bestia è fuggita nella campagna circostante. “C’erano già state delle segnalazioni, ma nessuno si è mosso”, ha rimarcato Ivano.
“Il giorno stesso dell’aggressione abbiamo inviato le guardie-ittico venatorie per abbattere l’animale – ha spiegato Sandro Bellini, dirigente dell’area Ambiente della Provincia di Mantova -. Abbiamo chiesto alla Provincia di Modena di attivare la Polizia provinciale che sta affiancando le nostre guardie nella ricerca, ancora in corso in queste ore”.
L’area circostante l’azienda agricola è stata perlustrata minuziosamente, ma per il momento nessuna traccia del cinghiale. “Ci muoveremo in linea con quanto previsto dal piano pluriennale regionale di contenimento ed eradicazione del cinghiale – ha aggiunto il Consigliere provinciale con delega alla Vigilanza ittico-venatoria, Luca Perlari – nel nostro territorio il cinghiale è una specie da eradicare, anche se è necessario rimarcare che, nel Mantovano, la sua presenza ancora oggi risulta sporadica”.
Intanto dalla Provincia viene fatto sapere che gli interventi sono possibili sulla base di segnalazioni. “Non abbiamo mai avuto rilevazioni di presenze di cinghiali nell’area di San Giovanni del Dosso mentre, nell’ultimo periodo, ne sono arrivate dalla zona di Guidizzolo, Asola, Marmirolo e Viadana – ha affermato il coordinatore delle guardie ittico-venatorie, Franco Tosi – tutte le richieste di intervento sono state oggetto di sopralluogo con appostamenti anche ripetuti durante i quali, tuttavia, gli animali non sono stati avvistati”.
A breve la Provincia di Mantova metterà sotto contratto cinque nuove guardie provinciali, che andranno a raddoppiare l’organico attuale. “Nelle prossime settimane sarà autorizzata la caccia al cinghiale – ha annunciato il presidente Carlo Bottani – esiste un iter definito che la Regione sta completando e che permetterà a tutti i cacciatori di abbattere i cinghiali”.
Sulla vicenda si è fatta sentire anche Coldiretti Mantova che ha auspicato interventi urgenti e tempestivi per salvaguardare sia le persone sia l’agricoltura.
“Quanto avvenuto a San Giovanni del Dosso ci addolora sul piano umano e conferma che i timori più volte denunciati da Coldiretti, protagonista di una mobilitazione in tutte le regioni d’Italia nel luglio dello scorso anno, sono purtroppo reali”. Così Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova.
E ancora: “L’attacco nel Mantovano è purtroppo un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato: gli agricoltori di Coldiretti sono disponibili a sostenere soluzioni operative di contenimento degli ungulati. Servono interventi urgenti”.
“La forte preoccupazione di Coldiretti Mantova – ha proseguito Carra – è legata anche al fatto che mai prima d’ora erano stati avvistati dei cinghiali nell’area del Destra Secchia, mentre una presenza ormai consolidata di una colonia di ungulati è stata registrata da alcuni anni nella zona dell’Asolano e del Viadanese, al confine con la provincia di Cremona”.