Viterbo – Torna “il Salotto delle 6”, appuntamento oggi con Bobo Craxi

VITERBO – Torna Il Salotto delle 6, format ideato da Pasquale Bottone, dopo l’appuntamento della scorsa primavera con “Narrare in italiano”, la rassegna invernale si svolgerà in due incontri e avrà come minimo comune denominatore le “forme di comunicazione”.

Ad aprire la kermesse il 1 dicembre, alle ore 18, al Bistrot del Teatro San Leonardo in via Cavour 9, ore 17, 30, il politico-opinionista-saggista Vittorio “Bobo” Craxi con cui il conduttore Pasquale Bottone discuterà di “politica ed ironia”, alla luce del pamphlet pubblicato di recente da Craxi, assieme al giornalista Fulvio Abbate,  dal titolo “Gauche Caviar-come salvare il socialismo con l’ironia”.

Il 12 gennaio, stesso luogo, stessa ora,  sarà invece il turno dell’ex politico, spin-doctor, autore Claudio Velardi che si confronterà sul tema de “I linguaggi della comunicazione politica” con lo stesso Bottone, gli ospiti e addetti ai lavori presenti in platea.

Il Salotto delle 6 sarà realizzato con il sostegno di Ance Viterbo e Unindustria.

“Gauche Caviar. Come salvare il Socialismo con l’ironia”

Mentre sognano di inaugurare un Chiringuito in Tunisia, intitolato alla gauche caviar, Fulvio Abbate e Bobo Craxi si scambiano lettere colme di verve e ironia, talvolta perfino amara, sul destino del mondo. 

La gauche caviar, infatti, esempio di glamour politico e mondano, incapace di mettere se stessa in discussione, convinta nello stabilire i torti e le ragioni, quella dei radical chic di sinistra insomma, in questo libro viene messa a nudo. Da Marx a Craxi, naturalmente, da Marcuse ai Beatles, da Camus a Berlinguer, da Proudhon a Jack Lang, da Pasolini a Simon & Garfunkel, addirittura fino a Zorro, ragionando di storia, politica, filosofia, arte, cinema, costumi e profumi, gli autori pongono una domanda capitale: cosa significa affermare le ragioni della bandiera rossa oggi? 

Un pamphlet colto, raffinato e irresistibile che porta un vento di freschezza con inenarrabile sarcasmo. 

Fulvio Abbate e Bobo Craxi firmano il manifesto più provocatorio e irriverente del socialismo che sia mai stato scritto. 

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