Viterbo, la minoranza consiliare sale sull’Aventino

VITERBO – Un solo Consiglio comunale straordinario, convocato dalla presidente Letizia Chiatti per domattina alle 9.30, anziché quattro come richiesto dalla minoranza.

Quattro argomenti totalmente diversi (aumento dei costi dell’energia, stato di attuazione degli interventi finanziati dal Pnrr, piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio comunale e stato di attuazione dell’appalto rifiuti) messi nello stesso calderone senza possibilità di approfondimento dei temi trattati.

Secondo le opposizioni, che per oggi alle 12.15 hanno convocato sul caso una conferenza stampa al bar di via Genova, si tratta di un gravissimo sgarbo istituzionale dell’amministrazione.

Di più: al di là dei vizi di illegittimità di una decisione che cozza con i regolamenti sul funzionamento dell’assemblea cittadina, ci si troverebbe di fronte a una sorta di bavaglio all’esercizio della democrazia, nel tentativo della sindaca Frontini e della giunta di gestire tutti i dossier più importanti in assoluta autonomia, senza coinvolgere tutte le forze politiche presenti in Sala d’Ercole.

Da qui una possibile durissima reazione, che sarà annunciata proprio durante la conferenza stampa di oggi. Parliamo dell’ipotesi di disertare in massa l’appuntamento di domani. Fratelli d’Italia, Lega e Pd si dicono infatti non più disponibili ad accettare l’impostazione autoritaria impressa al funzionamento di Palazzo dei Priori da Frontini & C. A dir la verità, secondo indiscrezioni, qualcuno dei consiglieri di minoranza avrebbe manifestato dubbi su come procedere per lanciare un segnale forte e inequivocabile, ma alla fine sarebbe appunto prevalsa la linea di salire sull’Aventino disertando la seduta.

Scontro, insomma, senza esclusione di colpi anche perché, si fa notare, si giunge a questa situazione dopo mesi di assoluta chiusura da parte dell’amministrazione nei confronti della minoranza, prova ne è il rigetto di tutti gli emendamenti presentati alle manovre di bilancio varate da luglio a oggi. A ciò va aggiunta la difficoltà ad interloquire anche con gli uffici: la sindaca avrebbe infatti impartito a tutti l’ordine di non prestarsi alle richieste (da lei considerate strumentali) che arrivano dalla minoranza.