ROMA – Danilo Valeri è il ragazzo di vent’anni rapito fuori da un locale di Roma nella notte tra il 22 e il 23 dicembre. Ora sta bene, è stato ritrovato dalla polizia ed è stato portato negli uffici della squadra mobile.
La polizia e la Direzione distrettuale antimafia indagano per ricostruire la dinamica del rapimento. Ci sono già delle ipotesi e non si esclude nulla: il sequestro di persona deve aver avuto una motivazione e il padre del ragazzo potrebbe aver avuto un’influenza indiretta sulla vicenda.
Un gruppo di 6 o 7 persone ha trascinato via Danilo Valeri, un ragazzo di 20 anni. Il rapimento è avvenuto intorno alle due di notte, di fronte al Moku, un locale del quartiere romano di Ponte Milvio, nel Nord della città.
Un gruppo di sei o sette persone è entrato nel locale in cui Valeri stava passando la serata e lo ha portato via, senza scontrarsi con nessuno. Sono subito scattate le ricerche, ma di lui si sono perse le tracce e il suo cellulare risultava spento. La svolta arriva dodici ore dopo, nel pomeriggio, quando arriva la comunicazione: Valeri è stato ritrovato, sta bene ed è nei locali della squadra mobile.
L’ipotesi di reato per cui stanno procedendo i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Roma è sequestro di persona a scopo di estorsione. In procura è aperto un fascicolo coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, senza escludere nessuna ipotesi: dalla vendetta, al regolamento di conti.
In questo senso, il padre di Valeri può avere avuto un ruolo indiretto nella storia. Non si esclude – fra la varie ipotesi – che il rapimento possa essere stato ordinato dalla criminalità organizzata come vendetta trasversale nei confronti del padre 47enne. Il fascicolo d’indagine affidato ai magistrati dell’antimafia di Roma fa propendere proprio per la pista della criminalità organizzata. Chi è il padre di Danilo Valeri?
Danilo Valeri, 20 anni, è figlio di Maurizio Valeri, conosciuto come il “Sorcio”. Proprio il padre del ragazzo lo scorso mese di maggio fu vittima di un agguato a colpi d’arma da fuoco. Gambizzato, l’uomo si presentò da solo al pronto soccorso dell’ospedale Sandro Pertini, fornendo agli inquirenti elementi vaghi sull’attentato del quale era stato vittima. In quel caso gli investigatori batterono la pista della ritorsione per lo spaccio di droga ed il racket delle occupazioni delle case popolari.
Maurizio Valeri è proprietario di un autolavaggio nel quartiere San Basilio, e gli inquirenti pensano sia a capo di alcune piazze di spaccio della zona. Le attività avrebbero fatto nascere attriti per la gestione delle piazze, ad esempio con il clan Marando, famiglia legata alla ndrangheta calabrese trapiantata nella Capitale, proprio nel quartiere San Basilio. Il padre di Danilo potrebbe essere entrato in conflitto con la famiglia calabrese per la gestione delle piazze di spaccio della zona.