Lazio – Mascherine-gate: la grande inchiesta giornalistica di Etrurianews certificata dalla Corte dei Conti

Il procuratore regionale del Lazio, Pio Silvestri, cita il caso delle mascherine fantasma della regione Lazio come caso di cattiva gestione degli appalti pubblici. Confermando quanto scritto dal nostro Blog tre anni fa. Zingaretti, che nel frattempo ci aveva querelato, adesso paghi il danno erariale di 11.776.662,20 euro

ROMA – La grande inchiesta giornalistica di Etrurianews è stata certificata dal procuratore regionale presso la Corte dei Conti del Lazio, Pio Silvestri.

Il procuratore, nel parlare degli appalti pubblici tira fuori, come esempio di mala gestione, la vicenda delle mascherine fantasma della regione Lazio, gestita in maniera grossolana (per essere buoni) dall’ex presidente della regione, Nicola Zingaretti, e dal capo della Protezione Civile, Carmelo Tulumello. Quest’ultimo con un passato da pizzardone nel comune di Fara in Sabina e senza titoli per ricoprire il ruolo che attualmente ancora riveste.

Il dott. Silvestri nella sua relazione è chiaro e duro: “Bisogna segnalare la vicenda, risalente alla prima fase dell’emergenza pandemica, di danno a carico della Regione Lazio a seguito dell’incauto affidamento di 3 forniture di Mascherine anti-Covid, per un totale di 9,5 milioni di pezzi ad una piccola società in difficoltà finanziarie e poi fallita. La fattispecie – ha spiegato – è caratterizzata dalla tardiva denuncia della sottrazione degli importi versati in anticipo dall’amministrazione. Con atto di citazione il danno patito dalla Regione Lazio è stato quantificato con riguardo all’anticipo versato alla società affidataria e non recuperato per un importo di 11.776.662,20 euro“.

La Relazione conferma la validità e la ricostruzione della vicenda contenuta nei nostri articoli. Già nei primi giorni del mese di aprile 2020 denunciavano la “facilità” con cui era stata elargita una ingente somma ad una ditta senza solidità economica e con nessuna esperienza in materia di dispositivi sanitari (Eco.Tech. Srl si occupava di lampadine e illuminazione) e, soprattutto, la “tardiva denuncia della sottrazione degli importi versati in anticipo dall’amministrazione”.

Soltanto il nostro Blog aveva pubblicato tutti i movimenti bancari dimostrando, come poi ha certificato la Corte dei Conti, che una immediata azione di recupero da parte della regione avrebbe senza dubbio permesso di rientrare di gran parte dei 14 milioni di euro versati in anticipo.

Sì, perché Sergio Mondin era in buona fede e truffato a sua volta da persone che oggi godono i milioni di euro in libertà ma se le cifre fossero state tracciate prima non si sarebbe arrivati a tutto questo. Come a nulla sono serviti i tentativi dell’avvocato di MondinGiorgio Quadri, di far ritirare milioni di mascherine giacenti nei magazzini e che ora marciranno.

La regione, ed in primis Zingaretti, invece, dopo i nostri primi articoli del 7 aprile 2020 ha pensato bene di etichettare il tutto come fake news non esitando, per ribadire il concetto, ad utilizzare anche i canali istituzionali. Non solo, Zingaretti & Co, poi, invece di recuperare le somme hanno pensato bene, alcuni giorni dopo (esattamente il 10 aprile 2020) di effettuare un nuovo contratto (novazione) con la stessa Eco.Tech. per il rinnovo della commessa per un importo totale di quasi 36 milioni di euro.

L’arroganza di chi detiene il potere e crede di poter fare ciò che vuole di tutto e tutti non si è fermata qui. Ricordiamo ai nostri lettori che per censurare la nostra inchiesta e mettere fine ai nostri articoli, Zingaretti non si fece scrupoli a querelare il nostro Blog. La speranza, ora, è che qualche Tribunale possa mettere un freno ad una serie di querele temerarie fatte solo e soltanto con un unico scopo: fermare chi cerca la verità (ed in questo caso la Corte dei Conti certifica la completa esattezza della nostra inchiesta). Basti pensare che alcuni tribunali condannano nonostante le inchieste dimostrino la loro fondatezza.

Va ricordato, inoltre, che il danno quantificato dalla Corte dei Conti (11.776.662,20 euro) è in realtà molto più grave perché le mascherine sarebbero state in parte consegnate ma in maniera fraudolenta mai ritirate dalla regione. Come abbiamo scritto nell’articolo del 23 gennaio 2023, “in realtà Zingaretti ha preferito far fallire la Ecotech che recuperare almeno gli scatoloni, centinaia, di mascherine e tute lasciati marcire nei depositi doganali. Soltanto adesso che la Ecotech è fallita e il curatore fallimentare aperto i depositi per catalogare e repertare la merce si è scoperto che una vera e propria montagna di mascherine FFP2, pagate dalla Regione Lazio, non sono mai state ritirate dalla Protezione Civile”. Questo scoop è stato ripreso in esclusiva dai giornalisti di Non è l’Arena di Massimo Giletti.

Scandalo mascherine, Giletti mostra montagne di scatoloni non ritirati dalla Regione. Adesso paghi lui

La piccola ditta dei Castelli romani ha sicuramente le sue colpe, ma i governanti della regione Lazio, a cominciare dal duo Zingaretti/Leodori fino ad arrivare a Carmelo Tulumello (ritenuto dalla Corte dei Conti inadeguato e privo di titoli per ricoprire il ruolo di capo della Protezione Civile), hanno sicuramente commesso quelli maggiori e di questo la Corte dei Conti ne è consapevole.

Ricordiamo, infine, che la nostra inchiesta è stata ripresa da tutti i giornali e le televisioni nazionali. Una particolare citazione va fatta per Massimo Giletti e il suo programma su La7Non è l’Arena“, che oltre ad aver dato molto spazio alla vicenda, ci ha seguito nei numerosi scoop fatti dal nostro Blog.

Sta ora alla nuova amministrazione regionale muoversi per il recupero delle ingenti somme che la Corte dei Conti certifica come danno erariale. Anche perché, se è vero che questi soldi sono spariti, qualcuno dovrà per forza di cose pagare. Come va senza dubbio considerato il fatto che la Procura della Repubblica di Roma non può far finta di niente ed ignorare quanto stabilito dai giudici contabili a seguito di oltre due anni di inchieste. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, altro che querele…

P.S. Ricordiamo che in cassa mancano anche 275 mila euro che sempre la Corte dei Conti ha addebitato ad Alessio D’Amato, ex assessore alla sanità e candidato del centrosinistra alla Presidenza, per aver “distratto” fondi destinati all’Amazzonia per utilizzarli in scopi politici/personali. Insomma, il cassiere della regione nelle prossime settimane avrà molto da fare.