Lazio – Il moralizzatore D’Amato capogruppo di sé stesso o con la civica. Mai col Pd

L’ex assessore alla sanità non aderisce con i democratici che gli hanno preferito Leodori. O mono gruppo oppure lista civica con Marta Bonafoni. Così potrà gestire costi e personale a suo piacimento. Mentre il cassiere della regione lo aspetta a braccia aperte per la restituzione dei 275mila di danno erariale

ROMA – L’ex assessore alla sanità, Alessio D’Amato, eletto alla Pisana solo perché candidato (perdente) della coalizione di centrosinistra, secondo rumors che arrivano dal Consiglio regionale sembra in procinto di non aderire al gruppo PD e formare un gruppo composto solo da se stesso. Oppure aderire, insieme a Marta Bonafoni, alla lista civica che porta il suo nome.

La legge lo consente in quanto, come candidato alla presidenza,può utilizzare il simbolo (Insieme per il Lazio) che ha impiegatocome rappresentante della coalizione di centrosinistra, ma da un uomo attento agli sperperi delle finanze pubbliche ci aspettiamo da lui un altro atteggiamento.

Per esempio aderire al gruppo PD o,meglio ancora, come raccontano alcuni spifferi dalla Pisana, al gruppo che porta il suo nome.

Ci sono possibilità che D’Amato, dopo aver gestito (male) la sanità laziale, possa creare il suo mono gruppo con tanto di rimborsi per spese di personale e spese di funzionamento che potrà poi gestire autonomamente. Anche se, come detto, dalla sede del Consiglio regionale filtrano notizie che vedono l’ex candidato alla presidenza in procinto di aderire al gruppo della lista civica insieme a Marta Bonafoni.

Essere capogruppo di se stesso ha notevoli vantaggi. In primis più personale (come vedremo in seguito, in seno alla Conferenza dei Presidenti), poi la gestione economico-finanziaria e di personale senza che nessuno possa ficcare il naso. Nessuno tranne quella Corte dei Conti che lo ha già condannato a risarcire la regione Lazio di ben 275mila euro che lo stesso D’Amato ha distratto dal suo originario scopo (l’Amazzonia) per appropriarsene utilizzandoli per la sua personale attività politica.

Ora, l’ex assessore alla sanità potrebbe ritentare l’esperienza di guidare un gruppo sganciato dai partiti (nella legislatura Marrazzo, quella incriminata, era a capo di un gruppo di cartone insieme a Peppe Mariani), anche se questa volta la ciambella potrebbe non avere il buco, in quanto di questi tempi i controlli della Corte dei Conti sono completamente diversi da quelli dei primi anni duemila. Monogruppo o lista civica che sia lo sapremo lunedì, giorno della convocazione del primo Consiglio regionale.

Di sicuro al suo fianco avrà il fido Egidio Schiavetti “complice”, stando a quanto stabilito dalla Corte dei Conti”, della distrazione dei soldi dalle casse regionali. Casse regionali che sono in attesa di ricevere, ancora, il “maltolto”. Nessuno, fino ad ora, è riuscito a recuperare i 275mila auro di danno erariale che la regione ha subito. La stessa regione che, puntualmente, gli paga per intero lo stipendio. La nuova amministrazione non potrà far finta di niente e, sicuramente, si attiverà per il recupero delle somme. Nonostante D’Amato continui a fare il “vago”.

Tornando alla costituzione del monogruppo, o dell’eventuale gruppo composta da due consiglieri, D’Amato beneficerà anche di un Regolamento regionale scritto con i piedi che assegna ai gruppi consistenti lo stesso numero di dipendenti di un monogruppo o comunque da un’unione composta da due consiglieri. Tanto per fare un esempio, Fratelli d’Italia nella “Conferenza dei Presidenti” con ben 22 consiglieri avrà 3 unità di personale. Un di monogruppo idem.

L’ex assessore alla sanità di Zingaretti, dunque, costituendo il gruppo (o con la Bonafoni in un gruppo da 2), e non aderendo al Partito Democratico, avrà lo stesso personale in termini quantitativi di Fratelli d’Italia.

E intanto il cassiere della regione aspetta…