Avvocato delle cause perse (non solo politiche) aspetta la ricorrenza per dare un senso al suo ruolo. Memorabili i suoi comizi quando si candidò sindaco e la città lo respinse non votandolo
VITERBO – Anche ieri il presidente dell’Anpi di Viterbo ha raggiunto il suo obiettivo. Ha saputo finire su quotidiani e televisione per aver negato, davanti alle telecamere, la stretta di mano al sottosegretario Vittorio Sgarbi.
Maleducazione? Cafonaggine? Ignoranza?
Qualsiasi cosa potrebbe calzare a pennello per questo particolare soggetto che già da oggi è in letargo e vi rimarrà fino al prossimo anno.
Certo, ogni tanto vede i fascisti ovunque e scrive, scrive, scrive. Per un giorno a riportato davanti ai riflettori la Città di Viterbo. L’educazione è una bella cosa ma per l’avvocato è un dettaglio trascurabile. Su di lui aleggiano tante storielle, quella particolare è che nessuno sembra l’abbia mai visto sorridere. Una vita da Anpi insomma. Da odiatore seriale.
In passato il picchetto dei militari schierati – allora al Sacrario – era stato ritirato dal comandante durante il discorso di commemorazione dello stesso Mezzetti.
Il “picchetto” ribelle che girò le spalle al solito Mezzetti era guidato da un eroe, quello s’ di guerra e cioè il generale Paolo Riccò. I soliti insulti da parti di insulsi personaggi che ogni anno trovano il coraggio di mostrarsi uscendo da luoghi dove rimangono rintanati per tutto il resto dell’anno.
Il Buffone #Anpi non da’ la mano.
Perché si sente superiore.
Perché pensa che Resistenza e #25aprile siano ad appannaggio di una sola ed esclusiva parte.
Questo sì, è #fascismo https://t.co/xNxjQaGubm
— Esercito di Cruciani (@EsercitoCrucian) April 25, 2023