Puletti e Mancini: “Legambiente non può cambiare le regole della pesca. Alle direttive europee si risponde con coraggio politico”

“A quale titolo Legambiente chiede di cambiare le regole della pesca? L’assessore Morroni intervenga prendendo le distanze da richieste inopportune e decontestualizzate”. A rispondere a Legambiente sono i consiglieri regionali della Lega Umbria Manuela Puletti e Valerio Mancini, insieme al capo dipartimento della pesca Luciano Capoccia, da sempre particolarmente vicini sia al mondo venatorio che a quello ittico. “La stagione ittica sportiva – spiegano i leghisti – è già stata fortemente compromessa con scelte discutibili e poco coraggiose, tanto che parte dei campionati provinciali umbri si sono disputati a Sansepolcro nella vicina Toscana. A questo si vanno ad aggiungere le difficoltà economiche, a tratti insormontabili, che hanno coinvolto molte attività del settore le quali sono state costrette a tirare giù la saracinesca per sempre o nella migliore delle ipotesi ad emigrare oltre il confine umbro, senza parlare di alberghi, ristoranti o bar che con i campionati sportivi, ma anche con le semplici gare amatoriali hanno sempre lavorato tanto. Chiedere la riduzione del prelievo delle trote sul fiume Nera con conseguente rialzo della misura minima da 22 a 30 cm o la creazione di ulteriori zone di divieto assoluto e attività di nautica fluviale vuol dire uccidere la pesca in Umbria e limitare fortemente il turismo sportivo. Vogliamo davvero questo? Chi difende i pescatori o i commercianti? La Lega in più di un’occasione ha rimarcato la sua posizione politica e lo ribadisce anche in questo contesto trovando certe proposte propagandistiche e senza alcuna attinenza con la realtà, serve – concludono i leghisti – cambiare rotta, trovare una soluzione adeguata per incentivare la pesca così come hanno fatto molte regioni italiane che alle direttive europee hanno risposto con coraggio politico. Legambiente si limiti a tutelare l’ecosistema che alle regole della pesca ci pensa la politica, a volte meno integralismo e più collaborazione com’è accaduto in altre Regioni dove le associazioni ambientaliste collaborano con la realtà amministrativa, può essere utile”.