Viterbo – Ampliamento discarica di Monterazzano, ormai è tardi per dire no

VITERBO –  Bomba di rifiuti nel viterbese, nessuno la vuole, ma arriverà. Ci ha provato il Consiglio comunale che questa mattina ha espresso il suo unanime no all’ampliamento di 960mila metri cubi  della discarica di Monterazzano – Le Fornaci per fare spazio alla monnezza del Lazio intero.

Viterbo non diventerà mai la discarica del Lazio”, dichiara già da tempo e ha ribadito questa mattina la sindaca della città Chiara Frontini o ignara di essere fuori tempo massimo,(e questo non lo crediamo) oppure per gettare fumo negli occhi degli sprovveduti cittadini. Dell’argomento si era discusso anche in occasione del Consiglio straordinario appena qualche giorno fa. Laura Allegrini ha parlato di un problema annoso, che “l’amministrazione regionale precedente non ha saputo risolvere negli ultimi dieci anni”. In sala era presente anche il consigliere regionale Daniele Sabatini. In particolare Fratelli d’Italia ha proposto di rivedere la parte riguardante il referendum. “E’ una situazione non chiara, non possiamo sottoporre i cittadini a questo”, ha sottolineato ancora Laura Allegrini.

Ore di parole buttate al vento, che non servono più a niente, visto che il parere del Comune non è vincolante a fermare la procedura d’ampliamento ormai autorizzata dalla Regione Lazio, perché rientrante nel piano dei rifiuti di Zingaretti e Valeriani.

Il Comitato Ambiente Tuscia intanto sul tema non le manda a dire:

“Né l’Amministrazione Comunale di Viterbo, maggioranza e minoranza, direttamente interessata dal problema, né altre Amministrazioni comunali, compresa quella di Farnese hanno fatto Osservazioni ostative, nei tempi previsti dalla normativa, a questo progetto che è stato presentato da oltre un anno, come risulta dai documenti reperibili nel “box della Valutazione di Impatto Ambientale” della Regione Lazio.

Quello che ci ha poi incuriosito, leggendo gli articoli della stampa locale, è un emendamento al Piano triennale dei Rifiuti (2019-2025) della Regione Lazio, chiamato “Emendamento Panunzi”. A causa di questo emendamento, nonostante i suoi buoni propositi, le province laziali, suddivise in Ambiti territoriali ottimali, che non avevano discariche, potevano conferire, per tre anni, i loro rifiuti nelle province dove le discariche c’erano. Ma visto che le discariche le abbiamo solo in Provincia di Viterbo, anche per la “ monnezza” come succede per la devastazione del territorio da parte di impianti Eolici e Fotovoltaici industriali, siamo di nuovo in “prima posizione”.

Quello che suona strano è il fatto che dopo circa tre anni di Amministrazione regionale Zingaretti di cui l’onorevole Panunzi è stato consigliere non siano state fatte le discariche nelle altre Province del Lazio.

E così è stato conseguenza logica che i buoni propositi solidaristici dell’emendamento si sono trasformati in un boomerang per la nostra provincia ( ha ripagato Pantalone, come al solito).

Il Sindaco di Viterbo, dopo che pur avendone avuto potere, competenza e aggiungiamo il dovere principale di opporsi a questo progetto, qualche giorno fa ha indetto un Consiglio Comunale straordinario a cui hanno partecipato tra gli altri anche l’onorevole Panunzi e il Sindaco di Montefiascone. L’Amministrazione di Farnese solo ora (comunque riteniamo che faccia bene), sostiene di voler scrivere al Sindaco di Viterbo e al Presidente della Regione Lazio per esprimere la preoccupazione per questa scelta.

Ripetiamo, c’è stato tempo a sufficienza per produrre osservazioni. In mezzo a questa abbondanza di responsabilità politiche e amministrative sull’avanzamento indisturbato dell’ampliamento della discarica di Viterbo, a causa di responsabilità politico-amministrative chiare e documentate.

I Comitati di cittadini, che si occupano di tutela ambientale e magari non sono ambientalisti, vista la fine che hanno fatto le Associazioni appunto “ambientaliste”, sono formati da volontari, sono senza fine di lucro ed i cittadini che partecipano si autotassano per mandare avanti le loro attività e cercare di bloccare le alzate di ingegno di chi governa o gli interessi privati che ledono quelli collettivi. Quindi svolgono le loro attività gratuitamente.

A bloccare progetti come questo che minacciano il territorio ci dovrebbero pensare i politici o gli amministratori locali, pagati a secondo della grandezza dell’Ente che amministrano e della loro importanza. In questa situazione, come in altre (e per fortuna non in tutte) che minacciano il territorio della Provincia di Viterbo è mancata la politica “professionista” e gli amministratori locali di maggioranza e di minoranza. Quando intervengono o si chiamano in causa i Comitati per risolvere i problemi oppure per cercare di bloccarli significa che la politica e gli Amministratori locali hanno già perso o meglio hanno già fallito nel mandato ricevuto dalla popolazione!!

Sarà per questo che poi le cittadine e i cittadini non vanno più a votare comunque ci vanno sempre di meno”.

 

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