Sgarbi: “Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa è la prova che Dio c’è”. L’emozione del vescovo Piazza
VITERBO – Un trasporto perfetto ha salutato Gloria, la Macchina di Santa Rosa alla sua ultima uscita. La città gremita all’inverosimile era avvolta dalla malinconia di non rivederla più.
Tra i più colpiti c’è il nuovo vescovo Piazza che per la prima volta ha assistito al passaggio: “Un campanile che galleggia nell’aria sulle spalle di cento uomini che ci insegnano l’importanza della volontà che viene dal cuore. Se ne cuore c’è amore e volontà accade il miracolo“.
Un miracolo che si è rinnovato anche grazie all’uomo al comando: Sandro Rossi. E’ lui che guida i cento facchini alternando urla a dolcezza, quella che appartiene a questo “omone” quando si rivolge ai “suoi” uomini. E il momento più toccante quando la macchina sta per essere posata, all’arrivo, nella sua casa: il santuario di Santa Rosa. Lui si piega verso di loro. “Forza ragazzi, piano, piano, piano. Siamo arrivati a casa. Lo sentite Baffino che è con noi? lui c’è sempre”. E così, sul vivo ricordo di Roberto Ubaldi, facchino di santa Rosa stroncato da una malattia a soli 41 anni, hanno riportato a casa Rosina.
“Il trasporto che Gloria alla sua ultima uscita e la città meritavano. Ne avevamo bisogno, un trasporto perfetto” le parole della sindaca Frontini gioiosa dell’armonia che ogni anno si ripete grazie “a tanti cuori che battono all’unisono”.
“Ogni volta che ci vogliono divisi, ogni volta che ci vogliono rabbiosi o incattiviti e ogni volta che che ci viene da pensare che rendere migliore questa città è sempre responsabilità di qualcun altro, ricordiamoci che siamo il popolo capace di concepire questa meraviglia e farla funzionare. Con 100 cuori che diventano uno, 100 passi che battono al ritmo dell’uno, e che se ogni facchino là sotto pensasse a scaricare il proprio peso sull’altro, questo miracolo semplicemente non avverrebbe. Invece anche stavolta Rosina è tornata a casa, con un Trasporto che si può solo definire impeccabile. Buona Santa Rosa a tutti noi, che abbiamo questa festa iscritta sotto la pelle“.