Professione gamer: i videogames come lavoro

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L’evoluzione del modo in cui si guarda ai videogame, caratteristica determinante dell’industria videoludica degli ultimi anni, ha portato trasformazioni enormi nel mondo del videogioco.

Professione gamer: i videogames come lavoro

Se oggi percentuali senza precedenti di popolazione si dichiarano appassionati di videogiochi, al netto delle ovvie differenze nell’intensità di tale passione, è anche grazie alla più generale crescita del videogioco, capace di raggiungere traguardi impensabili fino a pochi anni fa, dagli eSport al protagonismo nei più importanti eventi in tema. Come sempre accade, tali evoluzioni hanno determinato importanti trasformazioni a tutto campo, con ricadute anche nelle aree lavorative: oggi lavorare con i videogiochi non è più limitato a scrittura e sviluppo, ma anche il semplice videogaming si è trasformato in una vera e propria carriera sotto diversi punti di vista.

La figura più ovvia è, naturalmente, quella del pro gamer. La crescita degli eSport, avvenuta sia grazie a società nate espressamente a tal fine che, sulla scia di queste, grazie ai settori eSport di società sportive tradizionali, ha fatto aumentare a dismisura la necessità di videogiocatori professionisti. Mantenendo il parallelo fra eSport e sport tradizionale, i pro player sono paragonabili in tutto e per tutto agli atleti di qualsiasi disciplina: allenamenti, preparazione mentale, divise, stemmi e così via. Praticare un videogioco a livello agonistico, partecipando dunque ai tornei di eSport di qualsiasi livello, è un lavoro a tutti gli effetti. Squadre di calcio e case automobilistiche inseriscono nei loro organici videogiocatori che ne difendano i colori, esattamente come un calciatore o un pilota, e partecipino alle più diverse rassegne competitive: i videogiocatori professionisti, in altre parole, sono remunerati proprio per giocare ai videogiochi, ponendosi in numerosi contesti quali brand ambassador di società sportive.

In effetti, quello di ambassador è un altro profilo decisamente particolare del lavoro a contatto con il videogaming, inserito più in generale nei profili di visibilità e pubblicità. L’importanza di questi aspetti permette di approcciarsi come gamer professionista persino a giochi dove, in apparenza, ciò sarebbe impossibile. Prendiamo per esempio la roulette: giocatori di professione sono sempre esistiti, capaci di sfruttare le particolarità di un singolo tavolo a proprio vantaggio. Ma nel caso della roulette online questo non è possibile: la virtuale perfezione della casualità, gestita da appositi algoritmi, rende praticamente impossibile un approccio professionale alla roulette a differenza di altri giochi. Ciononostante, non manca chi giochi alla roulette per professione: è il caso di chi crea contenuti di intrattenimento, trasmettendo le proprie prestazioni. Certo, la roulette potrebbe essere sostituita da qualsiasi altro videogioco; ma persino un gioco del tutto casuale come questo, sotto tale punto di vista, può essere praticato in maniera professionale. Più ampiamente, esperti di marketing e comunicazione sono figure lavorative fondamentali anche nel videogaming: basti pensare a chi si occupa di strategie pubblicitarie con focus proprio sul videogioco, un settore spesso trattato in maniera esclusiva per le sue particolarità. Del resto non è un caso che, nei sempre più imponenti budget videoludici, le voci per marketing e promozioni pubblicitarie rappresentino percentuali importanti.

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Lavorare con i videogiochi, infine, per molti vuol dire lavorare nel campo dell’intrattenimento: più nel dettaglio, in quello dello streaming. La tecnologia streaming infatti ha fatto passi enormi grazie alle evoluzioni delle infrastrutture di rete: da diverso tempo si tratta ormai del principale canale di distribuzione di contenuti video, con particolare riferimento a serie tv sempre più ambiziose e dai budget cinematografici. Similmente, nel mondo del web si sono diffuse numerose piattaforme streaming, come YouTube o Twitch, nelle quali gli utenti mandano in diretta contenuti da loro creati: tra questi, i più popolari sono gli streaming di gameplay. In buona sostanza, il creator digitale trasmette in streaming le sue sessioni di gioco, accompagnate da reaction e commenti, creando contenuti che vengono seguiti da migliaia di iscritti. Contenuti che possono essere di vario tipo: semplici gameplay commentati con un determinato stile, vere e proprie guide riguardo uno stile di gioco, challenge delle più diverse specie, retrogaming, perfino veri e propri esperimenti come il caso di Twitch Plays Pokémon. Non c’è limite a ciò che la fantasia dei creatori ha partorito lavorando con i videogiochi, ricevendo proventi sia dagli iscritti al canale che dalle forme di monetizzazione e inserzioni pubblicitarie.

Insomma, lavorare con i videogiochi è oggi possibile: quello che fino a qualche anno fa poteva essere al massimo un sogno è ormai, nel caso di diverse figure, una realtà.