Viterbo – Il cibo che cura, la mensa della Caritas apre le porte alla città

Nuovo progetto alimentare sostenuto da Arsial che mira a restituire dignità ai più fragili e valorizzare i prodotti agricoli del territorio

VITERBO – La bellezza che accoglie e dà dignità. In una mensa Caritas completamente rinnovata è stato presentato oggi il progetto Il Cibo Giusto, nella sala della mensa diocesana di piazza San Leonardo a Viterbo.

Sostenuto dall’agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura (Arsial), che ha finanziato il progetto dell’associazione di volontariato Caritas Emmaus all’interno di una mensa, un luogo dove vengono erogati 25 mila pasti all’anno in favore dei più fragili.

“Attraverso il cibo passa la cura, allora abbiamo pensato ad un luogo aperto, dove portare persone e creare relazione, incontro e dignità intorno ad una tavola imbandita. Esiste il cibo giusto? Questo ci siamo chiesti – ha esordito Francesca Durastanti  presidente di Caritas Emmaus  – così è nata l’idea della mensa aperta a cittadini, associazioni e aziende”.

Ad ispirarli l’enciclica Laudato Sì’ di Papa Francesco che analizza l’emergenza sociale e ambientale e invita a custodire la natura e restituire dignità ai più fragili.

Qui si trova accoglienza e si valorizzano i prodotti agroalimentari del territorio, grazie al supporto di tante aziende agricole che hanno aderito al progetto. Abbiamo un hub alimentare a La Quercia, gli orti solidali, una rete di parrocchie e una collaborazione con il banco alimentare, oltre a tanti  studenti che il pomeriggio utilizzano la mensa per studiare e poi la sera ci aiutano nei pasti“.

Un luogo dove si recuperano cibo e persone mettendole tutte insieme a tavola, nel momento più inclusivo della giornata.

Il progetto è accompagnato da una Carta dei principi. Un patto con la comunità: Partecipazione. Cibo e comunità. Condividere per educare. Giustizia sociale. Bellezza e contrasto allo spreco, i suoi sei obiettivi. 

Il vescovo Piazza ha sottolineato l’importanza di fare rete. “Solo insieme si affrontano e superano  i problemi, se ognuno trova il suo posto si costruisce la comunità. Qui c’è la semplicità dello stare insieme, valore fondamentale per restituire decoro e ospitalità a chi ha avuto meno dalla vita“.

 

Diversi gli appuntamenti in programma, cene integrate con i cittadini e aperitivi per i giovani, dove inclusione e dignità saranno gli ingredienti principali del menù.

Benedetta Ferrari

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