Due cinquantenni si conoscono su un sito di incontri. Prima vanno a cena poi dormono in un B&B senza fare sesso ma lei, i soldi, li vuole lo stesso. Lui archiviato, lei condannata a 2 anni di reclusione per calunnia
CIVITAVECCHIA – Si era presentata presso la caserma dei carabinieri di Civitavecchia in via Antonio da Sangallo e aveva denunciato un uomo del posto: “Mi ha stuprata”.
Protagonista della vicenda due civitavecchiesi. Lei M.M. (58enne) conosce S.M. (54enne) su un sito di incontri.
Dopo aver chattato l’incontro in un ristorante e la notte trascorsa in un B&B del posto. La donna però aveva un piano ben preciso e dopo poche ore ha presentato una denuncia per violenza sessuale nei confronti dell’uomo conosciuto sul sito di incontri.
La vicenda finita in tribunale risale al 2017.
S.M., 54 anni, risponde all’annuncio di M.M., 58 anni, sul sito di incontri. Passano la giornata insieme e anche la sera finché non decidono di fermarsi a dormire in un B&B che si trova nel vicino comune di Bracciano in cui lui aveva prenotato una stanza. L’uomo, nel corso delle udienze, ha raccontato al tribunale che tra i due non era accaduto nulla al livello sessuale. “Non abbiamo consumato rapporti sessuali ma abbiamo soltanto dormito nello stesso letto”. Questa la difesa dell’uomo.
Il tribunale di Civitavecchia ha archiviato il procedimento perché non c’era alcuna prova del reato, così la donna, che gli aveva chiesto 200 euro per non denunciarlo, è stata condannata ieri a due anni di reclusione per calunnia.
Il suo racconto fatto ai giudici entra nel dettaglio. La mattina successiva all’incontro, dopo aver fatto colazione insieme, sono tornati a Civitavecchia e prima di separarsi la donna gli dice “Se non mi dai 200 euro vado dai carabinieri e ti denuncio per avermi violentata”.
L’uomo non le da peso e fa male. Infatti la donna prende la strada che porta alla locale stazione dei carabinieri e lo denuncia. E’ la titolare del B&B dove hanno trascorso la notte ad avvisare l’uomo: “La stanno cercando i carabinieri”. Lui si presenta spontaneamente dai militari dell’Arma dove viene messo al corrente di essere stato realmente denunciato per violenza sessuale.
Non ci sono testimoni in grado di aiutare l’uomo a dimostrare la sua innocenza. Non c’è però neanche un referto medico in grado di stabilire che la donna, quella notte, avesse avuto rapporti sessuali.
La denuncia va avanti ma la Procura di Civitavecchia, dopo quasi sei anni dalla denuncia dell’episodio archivia per «manifesta infondatezza della notizia di reato».
Ad aiutare l’uomo le indagini dei carabinieri guidati dal maresciallo Mangoni che hanno fatto emergere episodi in contrasto con la versione rilasciata dalla donna quando denunciò il fatto.
Il primo elemento è il messaggio inviato dalla donna al 54enne in cui gli chiede 200 euro per ritirare la denuncia. Un sms che la vittima ha portato di sua spontanea volontà ai carabinieri in cui c’era anche scritto un generico: «mi hai fatto fare delle cose che non volevo», in contraddizione con il racconto dettagliato che la donna aveva riferito ai militari.
Oltre a questo, nell’archivio dei carabinieri, sono spuntate una lunga serie di denunce analoghe presentate nei confronti di altrettanti uomini. Tutti accusati di violenza sessuale.
Il Tribunale di Civitavecchia ha archiviato la posizione dell’uomo e processato la donna per calunnia. Il primo grado si è chiuso giovedì scorso con una condanna a 2 anni inflitti alla donna.