Regione Lazio – Parco eolico di Viterbo, Sgarbi in Commissione attacca la Frontini e si dimette da assessore

Dopo l’intervento della sindaca Frontini la dura presa posizione del sottosegretario che ha lasciato tutti a bocca aperta: “Non è un atto politico. Se non sappiamo cosa fanno i dirigenti lasciamo perdere”

VITERBO – Eolico e fotovoltaico. E’ in corso di svolgimento l’audizione dei sessanta sindaci della provincia di Viterbo in commissione Ambiente della regione Lazio presieduta da Neri.

Audizione con i maggiori attori istituzionali per discutere di una provincia ormai assediata da impianti di energie rinnovabili e pannelli fotovoltaici che stanno distruggendo il territorio, tra autorizzati e da autorizzare si parla di 590 Megawatt.

La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini ha preso la parola condannando l’invasione del fotovoltaico e dell’eolico sul territorio della Tuscia dove però dal pubblico qualcuno faceva notare che proprio il Comune di Viterbo aveva grosse responsabilità sulle nuove concessioni legate all’eolico.

“Come sottosegretario ai beni culturali e assessore alla bellezza del Comune di Viterbo – ha dichiarato Sgarbi – sono in grande imbarazzo nell’ascoltare queste parole. La mia esperienza con questa amministrazione si chiude qui. Adesso”.

E’ calato il gelo alla presenza anche dei consiglieri regionali del territorio che non si aspettavano questa durissima presa di posizione da parte dell’onorevole Vittorio Sgarbi.

“Inutile fare i paladini di determinate battaglie a tutela dei territori e poi cadere in trappola con queste decisioni non condivise. Le mie battaglie sono chiare e non faccio accostare il mio nome a quello di un’amministrazione che vìola i miei principi. Se fanno un passo indietro lo farò anche io“.

La discussione è nata sui nuovi impianti per la produzione di energia dal vento.

“In realtà – precisa il sottosegretario Sgarbi – non ce l’ho personalmente con Chiara ma con il dirigente che ha dato il via libera con un parere positivo alle opere senza che vi fosse stato un atto politico di approvazione“.

Dunque non colpe dirette del primo cittadino ma di un dirigente del quale non ci ha voluto svelare il nome e questo probabilmente potrebbe spingere l’assessore alla bellezza a tornare sui propri passi.

Nei giorni scorsi il ministero dell’Ambiente ha ricevuto i pareri positivi del Comune di Viterbo (competente per la parte urbanistica) su due diversi progetti presentati da società del settore rinnovabili.

Si tratta in un caso della costruzione di 18 pale eoliche (potenza 129,6 megawatt) in un’area a cavallo tra il capoluogo e Tuscania, intorno alla strada provinciale 2 (istanza della San Nicola Energia srl di Bari, costo 114 milioni di euro); l’altro progetto, invece, è composto da sette aerogeneratori (47,6 megawatt, 34 milioni di euro) e oltre a Viterbo tocca Celleno e Montefiascone, vicino alla frazione di Fastello sulla Teverina. Proponente la Apollo Wind srl con sede a Bolzano. In totale, le torri su “suolo viterbese” saranno 14. Pale che toccano o superano i 200 metri di altezza.

Entrambi gli impianti si collegheranno alla rete nazionale e resteranno in servizio per 20 anni, per la transizione energetica.

La valutazione di impatto ambientale è all’inizio. Tra gli enti competenti, il Comune di Viterbo è stato il primo a esprimersi: “favorevole”. Per le valutazioni sugli impatti cumulativi palazzo dei Priori ha rimandato tutto al ministero. Sul progetto San Nicola c’è anche una intesa di massima per le opere compensative: interventi di rigenerazione urbana, una pista ciclabile per “vivere” Il parco eolico, installazioni di opere d’arte nella natura, progetti formativi e altro. In totale, opere del valore di 6 milioni per i comuni di Viterbo e Tuscania.

A Viterbo in ballo c’è anche un terzo parco eolico. Si tratta in realtà della prima richiesta in ordine cronologico, presentata lo scorso anno da una società norvegese. Siamo sempre al confine con Montefiascone e Celleno, ma più a nord: 13 torri di 250 metri. All’epoca la sindaca presentò osservazioni contrarie, ritenendo progetti di questo tipo non compatibili col territorio della Tuscia. Per i nuovi progetti, invece, nessuna opposizione.

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