Latina – Arrestate moglie e suocera del parlamentare Soumahoro

Nuovo filone sulla gestione delle cooperative che accoglievano i migranti. Ipotizzati a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell’accertamento giudiziario dello stato di insolvenza della cooperativa KARIBU’ e di autoriciclaggio

LATINA – Agli arresti domiciliari la moglie Liliane Murekatete e la suocera Marie Therese Mukamatsindo del parlamentare Aboubakar Soumahoro.

È quanto disposto dal gip di Latina nell’ambito della gestione di cooperative che si occupavano della gestione di migranti e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. Le misure sono state effettuate dalla Guardia di Finanza.

Questo il comunicato diramato dalla Procura della repubblica di Latina:

Il Procuratore della Repubblica, ritenuta la rilevanza degli esiti dell’operazione coordinata da questa Procura e condotta dal Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria di Finanza di Latina, e la conseguente necessità di informazione, in merito all’attività di soggetti giuridici operanti nel settore della gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati;

ritenuto che è importante altresì far emergere l’impegno costante dell’autorità giudiziaria e della Guardia di Finanza sul territorio nella prevenzione e repressione dei reati comunica che, nella mattinata odierna, con riferimento all’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Latina con la quale è stata disposta l’applicazione:

a) delle misure cautelari personali degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora presso il proprio comune di residenza nei confronti dei membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa Sociale integrata “KARIBU”;

b) della misura cautelare reale del sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti degli stessi e di altro soggetto legato a Ioro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero.

Le indagini condotte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e auto-riciclaggio.

Segnatamente, le cooperative KARIBU e CONSORZIO AGENZIA PER L’INCLUSIONE E I DIRITTI ITALIA (in sigla CONSORZIO A.I.D. ITALIA), nonché la JAMBO AFRICA (per il tramite della KARIBU) hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

Sono state riscontrate infatti numerose criticità nelle strutture gestite dalle cooperative e, in particolare:

  • Sovrannumero di ospiti;

  • alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato; condizioni igieniche carenti;

  • derattizzazione e deblattizzazione assenti;

  • riscaldamento assente o comunque non adeguato;

  • carenze nell’erogazione dell’acqua calda;
  • carenze nella conservazione delle carni;
  • insufficienza e scarsa qualità del cibo;
  • presenza di umidità e muffa nelle strutture;
  • carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici;
  • insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene.

Al riguardo sono esemplificative le vicende dei CAS di Aprilia (via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Marenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla KARIBU’, nonché quelle dei CAS di Latina (via Romagnoli e via del Pioppeto) gestiti da CONSORZIO AID.

L’inosservanza delle condizioni pattuite – concretizzatasi nelle gravissime criticità sopra riportate e rilevate dagli ispettori della Prefettura anche congiuntamente a quelli della ASL di Latina e ai Vigili del Fuoco, tali da far vivere agli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale – ha generato considerevoli risparmi di spesa/profitti, che sono stati utilizzati per le spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli, ecc.) e/o investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e assolutamente non inerenti con l’oggetto sociale delle cooperative e la loro natura di enti no profit.

Tale distrazioni di danaro sono state oggetti di approfondimenti investigativi che hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell’accertamento giudiziario dello stato di insolvenza della cooperativa KARIBU’ e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all’estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo.

Le indagini proseguono, anche con riferimento a temi investigativi diversi e complessi, nel rispetto delle disposizioni normative in tema di segretezza degli atti di indagine, onde garantire, per un verso, diritti e facoltà delle persone sottoposte ad indagini e, per l’altro verso, la genuinità, l’oggettività e il buon esito degli degli accertamenti investigativi.

Il procedimento nel quale sono state applicate le misure cautelari personali e reali sopra richiamate versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per gli indagati vige il principio di innocenza.