Fratelli d’Italia (la parte degli ex Forza Italia, Emanuela Mari e Lega, Raffaele Cacciapuoti ) “se ne frega” della maggioranza e insieme a Barbara La Rosa (poco indipendente) e Matteo Iacomelli (costretto ad andare al lavoro) mandano a bagno la Lista Tedesco
CIVITAVECCHIA – Ormai questa maggioranza si tiene in piedi per forza di inerzia. Personalismi. Trasversalismo. Interesse più o meno velati. Ogni volta che inizia un consiglio comunale non si sa mai come andrà a finire.
Da una parte l’eterna insoddisfatta Emanuela Mari che, essendo un pesce fuor d’acqua in regione dove svolge l’anonimo ruolo di consigliera, cerca di imporre il peso del suo gruppo politico di riferimento (composto dagli ex italioti del figlio del Pinguino) per dettare tempi ed ottenere spazi.
Questo modus operandi le è stato insegnato in Forza Italia e lei non si è mai integrata in Fratelli d’Italia dove, da quando è entrata, non ha fatto altro che creare tensioni e divisioni.
Poi c’è Raffaele Cacciapuoti (detto cacciavite o spadino). Lui fa finta di seguire la corrente dell’assessore Righini ma in realtà è il servo sciocco della Mari che gli passa la pagnotta avendolo assunto come collaboratore in regione.
Lui gira sempre con i microfoni accesi. Una volta li accende lui. Un’altra volta lo accendono gli altri che ascoltano le sue bizzarre richieste.
Matteo Iacomelli, un ragazzo dal fisico plasmato per fare il Corazziere al fianco del presidente della Repubblica è di poche parole ma non scende a compromessi “votiamo prima delle 19 perché poi devo lavorare e non posso rimanere”.
Poi c’è Barbara La Rosa. Lei è ormai un corpo estraneo a questa maggioranza non avendo un’identità politica dopo averne cercata una anche correndo per il Senato in quota Lega. Agli appuntamenti che contano spesso è assente. Del resto anche lei preferisce la professione alla politica (quindi perché non si dimette riflettono in molti).
Stefano D’Angelo non fa testo. C’era in consiglio ma non c’era. Lui è un ribelle già di suo che ha mille e più ragioni per rifilare calcioni a destra e manca. Quindi la morale: “non contate su di me”.
Tutto questo viene urlato con tanto di strali rivolti ad alcuni dei sopra citati consiglieri da Alessandro D’Amico che si è visto bocciare l’ordine del giorno che prevedeva l’approvazione della delibera sull’armamento per gli agenti di Polizia locale.
Mancando i voti l’iniziativa ha subito l’ennesimo stop in consiglio comunale. La delibera in questione, sulla quale ha lavorato da tempo il consigliere Alessandro D’Amico, era calendarizzata per il consiglio di lunedì mattina, slittando poi a quello del pomeriggio di ieri dopo la richiesta prima di inversione con gli altri punti, e poi di rinvio al giorno successivo da parte del capogruppo della lista Tedesco Mirko Mecozzi.
Ma nel pomeriggio appunto, dopo una prima mozione bocciata sulla revisione delle tariffe dei parcheggi a pagamento presentata dal M5S e la parentesi dedicata alla consegna della cittadinanza onoraria ad Andrea Riccardi, è mancato il numero legale. Maggioranza senza cinque consiglieri: Barbara La Rosa, Emanuela Mari, Raffaele Cacciapuoti, Matteo Iacomelli uscito per motivi di lavoro e, come detto, Stefano D’Angelo. L’opposizione aveva preso posto nelle poltrone lasciate libere dagli invitati alla consegna della cittadinanza onoraria ad Andrea Riccardi e quindi “assenti” alla votazione e determinando la mancanza del numero legale.
“Ci rivediamo a maggio“, “Scarafaggi” ha urlato la sua ira dai banchi della quasi maggioranza D’Amico.
Lui da ex e quasi Pizzardone non l’ha presa bene: “Come ci presentiamo alle elezioni? – si è chiesto – un lavoro deve avere una risposta, che sia positiva o meno. Abbiamo riportato la delibera in commissione, come ci era stato chiesto, abbiamo incontrato i sindacati, era pronto un emendamento per inserire il teaser: davvero il problema è il provvedimento? Oppure qualcuno pensa di giocare con la politica? Questo non lo accetto, e non lo accetto soprattutto da quella parte di maggioranza che deve vincere le elezioni tra sei mesi”.
Il riferimento ai due consiglieri ex Forza Italia e Lega è sembrato piuttosto chiaro.
“Questo provvedimento deve passare – ha concluso D’Amico – sarà all’ordine del giorno ad oltranza. Non continuiamo a chiedere dove sono i vigili di sera, se poi non approviamo questo regolamento“.