Montalto di Castro – Investì romeno sull’Aurelia, alla sbarra autista di Santa Marinella accusato di omicidio stradale

Ioan Puscasu fu travolto dalla macchina del 57enne di Santa Marinella che non prestò soccorso e si diede alla fuga

MONTALTO DI CASTRO – Dovrà rispondere di omicidio stradale con la pesante aggravante della fuga Marco Morando, 57 anni, di Santa Marinella (Roma), a cui la Procura di Civitavecchia imputa di aver investito e ucciso un pedone sull’Aurelia, il quarantaquattrenne Ioan Puscasu, salvo poi dileguarsi senza fermarsi a prestare soccorso alla vittima.

Ieri, martedì 28 novembre 2023, all’udienza preliminare in tribunale a Civitavecchia, avanti il Gip dott. Giuseppe Coniglio, attraverso il proprio difensore l’imputato ha chiesto il rito abbreviato condizionato all’escussione del proprio perito cinematico di parte, richiesta, quest’ultima, che però il giudice ha respinto ritenendo evidentemente sufficientemente chiare ed esaustive le conclusioni dell’inchiesta e rinviando il processo per la discussione, dunque in abbreviato “secco”all’udienza del 5 marzo 2023. I familiari di Puscasu, che si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A. e, per la parte strettamente penale, all’avv. Alessandro Giuseppe Maruccio, del foro di Civitavecchia, attraverso il legale si sono costituti parte civile.

Il tragico incidente è accaduto nel tardo pomeriggio del 22 gennaio di quest’anno, all’altezza del chilometro 113 della Statale 1, l’Aurelia appunto, nel territorio comunale di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, ed è stato ricostruito nei dettagli dall’ingegner Riccardo De Santis, il consulente tecnico d’ufficio incaricato di accertarne la dinamica, le cause e le responsabilità dal Pubblico Ministero della Procura di Civitavecchia titolare del fascicolo, il dott. Alessandro Gentile: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ingegner Nicola Bartolini, quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso l’Area manager per il Lazio e l’Umbria Matteo Cesarini, si sono affidati i congiunti di Puscasu per fare piena luce sui fatti e per ottenere giustizia, con la collaborazione dell’avv. Alessandro Giuseppe Maruccio.

Per citare la richiesta di rinvio a giudizio spiccata, al termine delle indagini preliminari, dal Sostituto Procuratore a carico dell’automobilista, iscritto fin da subito nel registro degli indagati, Marco Morando, conducendo il suo veicolo, una Citroen C3, in direzione Civitavecchia, “per colpa consistita in imperizia, imprudenza, negligenza e violazione delle norme sulla circolazione stradale, omettendo di regolare la velocità in orari notturni e in un tratto privo di illuminazione pubblica, nonché di conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile, investiva il pedone Ioan Puscasu, cagionandone la morte avvenuta a seguito dell’impatto e del conseguente sbalzo nella carreggiata opposta”; il corpo della vittima, che stava camminando lungo la strada, è stato poi travolto e mutilato da diversi altri mezzi che sopraggiungevano nel senso opposto, verso Grosseto: una fine orrenda.

Il tutto con l’aggravante, scrive ancora il magistrato inquirente, “pur essendo stato coinvolto nel sinistro dal quale derivava il decesso di Ioan Puscasu, di aver omesso di fermarsi e prestare l’assistenza occorrente“: il conducente dell’auto investitrice si sarebbe poi presentato dai carabinieri di Civitavecchia ammettendo le sue responsabilità e motivando il suo mancato arresto con l’iniziale convinzione di aver urtato un animale, giustificazione ritenuta evidentemente ben poco credibile dagli inquirenti e dal Pm. Si è quindi giunti alla richiesta di processo e al rinvio a giudizio.

Ioan Puscasu, di origini rumene ma che si trovava in Italia da diversi anni, e da ultimo era domiciliato a Tarquinia (Viterbo), lavorava come operaio, con mansione di operatore alla motosega e addetto al controllo della vegetazione infestante, alla Inam, grossa impresa con sede legale a Roma e sede operativa proprio a Montalto. Ha lasciato un figlio di 15 anni in Romania e due fratelli gemelli, che ora, con Studio3A, si aspettano un po’ di giustizia e, in forza del punto fermo del rinvio a giudizio, anche un equo risarcimento dalla compagnia di assicurazione dell’auto, Allianz, che sin qui l’ha sempre negato.

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PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.