Durante i lavori di scavo per la messa a terra di un mega impianto fotovoltaico
TARQUINIA – La Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale ha annunciato che “dalle indagini archeologiche preliminari all’installazione di un impianto fotovoltaico in località Piantorgani, al confine tra i territori di Tarquinia e Civitavecchia – gli scavi sono ancora in corso – è stato riportato alla luce un notevole complesso rurale improntato sullo sfruttamento agricolo del terreno e sulla produzione legata soprattutto alla coltura dell’olivo ed alla trasformazione della materia prima”.
Sono stati infatti rinvenuti – prosegue la Soprintendenza – nella struttura principale numerosi resti di noccioli di olive e diversi strumenti legati alla torchiatura. Sebbene i lavori agricoli più recenti abbiano fortemente intaccato i piani pavimentali, la leggibilità della pianta della struttura rimane inalterata, con le sue trasformazioni avvenute nel tempo.
“In una seconda area indagata è stato invece rinvenuto un sistema di tre fornaci affiancate, dalla forma circolare, con spesse murature realizzate a secco, che conservano ancora intatti i resti dell’ultima cottura.- afferma la Soprintendenza – L’interessante quadro cronologico colloca la prima edificazione dell’impianto della villa rustica nell’età arcaica, ma è a partire dalla fine del IV/inizio del III sec. a.C. che le strutture assumono un aspetto imponente con un’estensione maggiore e resteranno in vita fino alla fine della prima età imperiale, al pari dei numerosi complessi rurali analoghi che costellano il paesaggio circostante”. Le notevoli scoperte compiute saranno presentate e analizzate nel corso di un convegno.