Civitavecchia Porto – AdSP, il Tar del Lazio respinge ricorso dei 4 dirigenti licenziati

I giudici si dicono incompetenti e invitano a rivolgersi al Tribunale del Lavoro ma nel merito ritengono legittimo il lavoro di Molo Vespucci

CIVITAVECCHIA – Si complica la vertenza dei quattro lavoratori licenziati dall’AdSP Calogero Giuseppe Burgio, Malcolm Morini, Lucio Pavone e Massimo Scolamacchia che avevano impugnato, non senza polemiche, il provvedimento adottato dal presidente Pino Musolino il 24 marzo dello scorso anno e successivi.

I ricorrenti erano tutti ex dirigenti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale Civitavecchia, il cui rapporto di lavoro con quest’ultima è cessato a motivo del recesso ex art. 2118 del cod.civ. intimato loro in conseguenza degli atti di riorganizzazione adottati a seguito delle indicazioni del Ministero dei Trasporti e della Corte dei Conti.

Nel ricorso gli ex dirigenti hanno impugnato dunque il decreto del Presidente dell’Autorità portuale n. 94 del 24 marzo 2023, recante l’atto di organizzazione 2023 che, in stretta aderenza alle linee guida stabilite dal Comitato di Gestione con la delibera n. 47/2021, ha disciplinato l’organizzazione interna degli uffici dell’ente, i loro rapporti, la loro consistenza organica e i criteri per l’affidamento degli incarichi di responsabilità oltre al decreto del Presidente n. 98 del 29 marzo 2023, recante la determinazione organizzativa per la ricognizione e l’affidamento al personale dirigente degli incarichi di responsabilità delle strutture dell’Autorità portuale.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Autorità portuale si sono costituiti deducendone, con articolata memoria, l’inammissibilità per difetto di giurisdizione nonché per mancata impugnativa delle citate linee guida e nel merito, l’infondatezza.

Non ha convinto l’affermazione dei ricorrenti volta a ravvisare, ad ogni costo, una spendita del potere amministrativo.

I giudici del Collegio hanno osservato che la discrezionalità esercitata nei decreti impugnati è, dunque, interamente riconducibile all’esercizio dei poteri datoriali evocati dall’art. 5 del d.lgs n. 165/2001.

Sono, d’altra parte, le stesse linee guida che: disciplinano dettagliatamente i criteri per l’organizzazione funzionale dell’Autorità portuale, quelli per la determinazione della sua dotazione organica, nonché quelli per il conferimento degli incarichi dirigenziali interni. Prevedono espressamente che l’atto organizzativo sia adottato con decreto del Presidente dell’Autorità portuale.

Le posizioni di interesse legittimo azionate dai ricorrenti sono risultate meramente strumentali.

Dunque i quattro ex dirigenti dovranno cercare, attraverso il giudice del lavoro, di ottenere il riconoscimento di una buona uscita (24 mesi) che il presidente aveva già proposto a sua tempo ed accantonato in bilancio. Non hanno dunque più speranze di farsi riassume ma potranno sempre avere una buona uscita sostanziosa. Cifra enorme soprattutto per qualcuno che ha ottenuto un posto da dirigente senza neanche concorso. Che dire, Pino Musolino aveva ragione e questa sentenza ha blindato il suo operato.

Tar contro lavoratori Molo Vespucci