Giustizia, in Cdm approvati test psicoattitudinali per magistrati

Test psicoattitudinali per i magistrati. Sta sollevando un mare di polemiche la decisione del Consiglio dei Ministri di test da svolgersi “dopo il completamento delle prove orali”.

Questo prevede la bozza di decreto legislativo, in attuazione della riforma Cartabia,
Nel testo si legge che “con decreto del ministro della Giustizia, previa delibera del Consiglio superiore della magistratura, sono nominati esperti qualificati per la verifica della idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie“, e che “le linee di indirizzo e le procedure per lo svolgimento degli accertamenti di cui al primo periodo sono determinati dal Consiglio superiore della magistratura di intesa con il ministro della Giustizia. La verifica ha luogo “dopo il completamento delle prove orali”.
Con disinvoltura che disorienta – dichiarano Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati – previsti  test psico-attitudinali senza dire cosa siano, a cosa servano, come si strutturino, quali le conseguenze di un eventuale risultato negativo, quali le figure professionali che li effettueranno e li valuteranno. Ha soltanto detto che si collocheranno all’esito delle prove scritte e orali, interessando quindi i candidati che avranno superato entrambe”.

Il pensiero del procuratore di Napoli Nicola Gratteri sull’introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura – approvata martedì sera dal governo – è netto e chiaro: “Se vogliamo farli per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione sono favorevole, facciamoli anche per chi ha responsabilità di governo e della cosa pubblica, incarichi regionali e comunali. Dato che ci troviamo, facciamo anche i narcotest e gli alcool test. Chi è sotto l’effetto di droghe può fare ragionamenti alterati, può essere sotto ricatto. E poi facciamo anche i test del palloncino, che costano molto poco”.

Nordio: “Gestito da Csm”

Nordio ha ribadito che con la previsione dei test “abbiamo recepito le indicazioni delle commissioni giustizia di Camera e Senato” e che “ai test attitudinali sono sottoposte anche le forze dell’ordine; se il pubblico ministero è il capo della polizia giudiziaria, non si vede perché non debba essere sottoposto ad un test attitudinale cui sono sottoposti quelli che lavorano per lui“. Inoltre, il ministro ha sottolineato che “sarà tutto gestito dal Consiglio superiore della magistratura, quindi non ci sarà alcuna interferenza governativa“.

Tajani a Gratteri: “Non si cerca il matto, l’ho fatto anche io”

“Non capisco l’agitazione, non si fanno test a un magistrato che è già magistrato ma si fa a chi vuole fare magistrato. Come l’esame di inglese e di diritto amministrativo, faranno anche quello psicoattitudinale“. Lo ha detto il ministro per gli Affari Esteri, Antonio Tajani, in merito alle dichiarazioni di Nicola Gratteri.

Anche chi ha l’uniforme, quando hanno fatto il concorso, l’hanno fatto e non si sono offesi o dispiaciuti. Non andiamo a cercare il matto, una persona può avere attitudine a fare diversi mestieri, chi fa il test attitudinale lo si fa prima, non c’è interferenza, lo fanno i commissari di polizia, anche le guide alpine, non è una diminutio per i magistrati. Forse c’è una visione superata, sono padre di una psicologa, lo psicologo è come un internista o dentista o cardiologo, se hai un problema, ti curi, li ho fatti anch’io in Aeronautica e non mi sono sentito sminuito”,