Viterbo – Si spaccia per maresciallo dei carabinieri e tenta truffa, smascherato da direttrice delle Poste

VITERBO – Truffa ai danni dei clienti. La prontezza della direttrice di un ufficio postale della provincia di Viterbo ha evitato il peggio per una coppia di anziani.

La vicenda ha inizio con una telefonata fatta da un sedicente maresciallo dei carabinieri alla direttrice delle Poste, contattata in orario di ufficio, la donna veniva informata dell’esito di una indagine che aveva portato le forze dell’ordine a smascherare e arrestare due rumeni durante il tentativo di una truffa nei confronti di una coppia di anziani ai quali avevano preventivamente chiesto di prelevare delle somme di denaro dal loro libretto postale. Il presunto maresciallo, aggiungeva che nel corso dell’operazione, i militari, avevano recuperato alcuni libretti di risparmio di altri clienti che risultavano registrati presso l’ufficio postale in questione. Al fine di contattare e restituire ai legittimi proprietari i libretti sottratti dai due malviventi, l’ispettore dell’Arma chiedeva alla direttrice i riferimenti telefonici dei clienti.

La responsabile, insospettita dalla richiesta, dopo aver concluso la telefonata con il suo interlocutore contattava la caserma dei Carabinieri del comune per esporre i fatti e verificarne l’attendibilità. Quindi la scoperta che il sedicente maresciallo altro non era che un truffatore. Pertanto, quando l’impostore ha ricontattato l’ufficio per avere i riferimenti telefonici dei clienti, la direttrice lo ha smascherato e il truffatore ha iniziato a insultarla interrompendo subito dopo la chiamata. A seguito di questo episodio il responsabile di Gestione Operativa ha allertato tutti gli uffici della filiale viterbese: grazie a questa informazione preventiva in tre diversi uffici sono state sventate altre tre truffe con le stesse modalità.

I consigli di Poste Italiane per cadere vittime dei truffatori

Nessun dipendente dell’azienda è autorizzato a effettuare nessun tipo di controllo su titoli, libretti di risparmio o della pensione, banconote o monete, né tantomeno a richiedere somme a integrazione di operazioni postali o a sportello.

Pertanto, diffidare sempre di qualsiasi persona, anche di chi si dovesse qualificare come “dipendente di Poste Italiane”, si presenti in strada, telefonicamente o direttamente presso le abitazioni con il pretesto di effettuare verifiche di qualsiasi tipo, richiedere denaro od oggetti di valore o controllare dati riservati.

In caso di eventuali richieste, anche per eventuali aiuti a svolgere operazioni a sportello o di prelievo automatico, non comunicare a nessuno e per nessun motivo il PIN delle carte digitali e informare di situazioni sospette di qualsiasi tipologia gli operatori di sportello all’interno dell’ufficio postale.

Custodire con cura il codice PIN della carta, tenendolo sempre separato dalla carta. Se possibile, imparare il PIN a memoria e non comunicarlo per nessun motivo ad altri.

Quando si digita il PIN, sia sulla tastiera del Postamat sia in altre occasioni in cui occorre utilizzarlo, fare attenzione a non essere osservato e a non farti distrarre.

In caso di sospetta manomissione dello sportello Postamat, non utilizzare il PIN e comunicare il fatto al personale dell’ufficio postale.

È inoltre importante sapere che Poste Italiane non richiede mai i dati riservati delle carte di pagamento e non manda mai wapp, sms o e-mail con messaggi allarmanti su un blocco del conto, su pagamenti insoluti, su addebiti inaspettati né effettua richieste perentorie e minacciose per trasferimenti di denaro. Negli ultimi quattro anni Poste Italiane ha incrementato del 300% gli investimenti in sicurezza fisica e nel sistema dei controlli, con una sensibile riduzione del numero di eventi criminosi.