Roma – Pichetto Fratin: “Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi non entrerà in funzione prima del 2039”

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è intervenuto nell’audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera

ROMA – “Alla fine del mese di ottobre sarà pronta la relazione della piattaforma di esperti, ma il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi non entrerà in esercizio prima del 2039. Attualmente si sta valutando l’ammodernamento dei depositi temporanei già esistenti”. Sono i tratti principali dell’audizione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che nella giornata di ieri, mercoledì 9 ottobre, ha parlato alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera.

“Una quota di energia nucleare nel mix energetico italiano va considerata non in antagonismo ma a supporto del pieno dispiegamento delle rinnovabili – ha proseguito il ministro –. L’introduzione di questa fonte di energia nel mix italiano porterebbe a un risparmio di almeno 17 miliardi di euro”.

Il nodo del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, però, resta da sciogliere con la Tuscia che, come ormai noto da tempo, conta ben 21 aree sulle 51 idonee individuate dal ministero.

“In base alle stime attuali – ha concluso Pichetto Fratin -, ipotizzando che tutte le fasi procedurali vadano a buon fine, si potrà ottenere l’autorizzazione unica per il deposito nazionale nel 2029, con la messa in esercizio prevista entro il 2039. Per il momento si può pensare ad ammodernare le strutture esistenti, eventualmente ampliandole, sfruttando la possibilità di farlo in località potenzialmente già idonee alla gestione in sicurezza di rifiuti radioattivi, anche nell’ottica del rientro dall’estero dei rifiuti ad alta attività che lì si trovano per riprocessamento da diversi anni”.