Viterbo città turistica, un ossimoro: a prescindere dalle trionfali dichiarazioni auto-elogiative della sindaca Frontini nulla si vede in città di apertura sistemica verso i potenziali visitatori esterni.
Città malandata, centro storico a pezzi, stritolato dall’onnipresente parcheggio selvaggio e dalle strade come buche del groviera, di eventi che possano interessare il suddetto potenziale visitatore neanche l’ombra.
Di qui la domanda che nasce da sola: ma si può cercare di incoraggiare il turismo con iniziative ( vedi la Macchina di Santa Rosa fuori stagione in piazza) partorite solo per i viterbesi che purtroppo si sono rassegnati ad accettare di tutto e a vivere della sindrome del 3 settembre tutto l’anno?
Ci vorrebbero rassegne nazionali uniche, non presenti ancora nella penisola, molta più cura nel tenere la città pulita ed attraente, nuove idee in grado di suscitare interesse e curiosità.
Dall’ assessorato alla cultura (di fatto da sempre e ovunque in italia un assessorato all’intrattenimento para-, molto para, culturale) nessun segnale innovativo, via libera a rassegne che, per carità, magari svolgono bene il loro compito, ma non sorprendono più da lustri ed andrebbero affiancate da sperimentazioni inedite e dalla messa a punto di nuovi palcoscenici.
E poi quel solito distacco dalla cultura pop e dai suoni extracolti che in pratica esclude Viterbo dai circuiti nazionali estivi musicali.
Vivremo ancora una lunghissima triste estate fatta solo di noia e di sporadici epinici frontiniani in un clima tra il surreale ed il depresso spinto.
Altro che capitale della cultura, altro che capitale, altro che cultura.