Tarquinia capitale della cultura? O capitale dell’abbandono?

TARQUINIA – L’amministrazione comunale di Tarquinia ha scelto di presentare la propria candidatura a Capitale della Cultura. Un obiettivo certamente ambizioso, che richiederebbe una città in ordine, servizi efficienti, un territorio accogliente e una comunità orgogliosa.

Ma la realtà con cui i cittadini fanno i conti ogni giorno racconta tutt’altra storia: Tarquinia appare più come la capitale dell’abbandono che come un laboratorio di cultura.

Una tassa di soggiorno che pesa su una città che vive di soli tre mesi di turismo

Come primo passo “strategico”, il Comune ha deciso di introdurre una nuova e pesante tassa di soggiorno. Una scelta che fa discutere non solo operatori turistici e albergatori, ma anche i residenti. In una città che vive di turismo appena tre mesi l’anno, aumentare i costi per chi decide di visitarla appare una decisione miope, se non del tutto controproducente.

Tarquinia ha bisogno di attrarre visitatori, non di allontanarli. Ha bisogno di investimenti nella qualità dei servizi, non di balzelli che rischiano solo di deprimere ulteriormente un settore già fragile.

Rifiuti trasformati in montagne: un biglietto da visita indegno

Basterebbe fare un giro per le strade della città per capire quanto il racconto ufficiale sia lontano dalla quotidianità. I rifiuti si accumulano ovunque: marciapiedi, incroci, periferie. Interi quartieri sembrano diventati discariche a cielo aperto.

Le foto che pubblichiamo parlano più di qualsiasi comunicato stampa: Tarquinia è soffocata dal degrado. E non si tratta di episodi sporadici, ma di una condizione stabile, che si trascina da mesi senza che l’amministrazione riesca a dare risposte concrete.

Periferie dimenticate, Lido in rivolta

Mentre si punta alla ribalta nazionale con una candidatura culturale, le periferie sono lasciate al proprio destino. Illuminazione carente, strade dissestate, aree verdi inesistenti o trascurate. A essere esasperati sono soprattutto i residenti del Lido, che non passa giorno senza sollevare proteste per la mancanza di servizi elementari.

Il malcontento è ormai quotidiano: segnalazioni, appelli, richieste di intervento restano troppo spesso senza esito o con risposte tardive. Un quartiere che dovrebbe essere il motore turistico della città è invece lasciato in condizioni che rischiano di danneggiare irrimediabilmente l’immagine di Tarquinia.

Una candidatura che stride con la realtà

La cultura non è un’etichetta da appiccicare per moda né un traguardo da inseguire con slogan vuoti. La cultura nasce dal rispetto degli spazi comuni, dalla cura delle periferie, dall’ascolto dei cittadini, dalla gestione efficiente dei servizi. Presentarsi come “capitale della cultura” mentre la città è sommersa dai rifiuti e i residenti si sentono abbandonati è un paradosso che i tarquiniesi vivono ogni giorno.

Tarquinia ha una storia millenaria, un patrimonio archeologico e artistico unico, un’identità che meriterebbe molto di più. Ma senza una vera volontà di governare, investire, ascoltare e rimediare ai problemi concreti, ogni candidatura rischia di diventare una semplice operazione di immagine.

Oggi Tarquinia aspira alla cultura, ma mostra il volto dell’incuria. Prima di presentarsi a un concorso nazionale, l’amministrazione dovrebbe riconquistare la fiducia dei suoi cittadini, restituire dignità agli spazi pubblici e rimettere la città al centro delle scelte politiche reali, non delle dichiarazioni.

Perché, al momento, Tarquinia non è capitale della cultura: è capitale dell’abbandono. E le immagini del degrado lo dimostrano con una forza che nessun dossier potrà cancellare.