Viterbo – Turismo, TripAdvisor promuove il centro storico ma sottolinea: “Servono pulizia e accessi per disabili”

VITERBO – Promossa (quasi) a pieni voti la Città dei Papi dagli utenti di TripAdvisor, la nota app che raccoglie recensioni e offre utili informazioni a turisti e visitatori alla ricerca di mete per tutti i gusti.

Mentre nel 2023 le cose erano andate un poco peggio, le recensioni di quest’anno sembrano promuovere la città con una media di 4 su una scala che arriva fino a 5. Un ottimo risultato, con gli utenti che sottolineano come il capoluogo della Tuscia sia una città da non perdere per gli amanti della storia, dei borghi medievali e dell’arte, anche in pieno agosto e a luglio, mesi generalmente “vuoti per la città”.

Le recensioni del 2024, tuttavia, sono assai poche e sottolineano due principali mancanze alle quali sono l’amministrazione può far fronte. In primis la scarsa attenzione per chi è disabile, con particolare accento alla mancanza di sufficienti posti auto per portatori di handicap e aree “difficilmente accessibili” per chi ha una carrozzina. Tra queste recensioni c’è anche chi lamenta la situazione “difficile” dei marciapiedi, inadatti per chi è disabile in quanto la pavimentazione è molto spesso fatiscente. La seconda “mancanza”, sottolineata dagli utenti, è invece un tasto assai dolente per la città: la sporcizia. Da tempo, infatti, sempre più turisti che sopraggiungono a Viterbo notano un certo peggioramento dello stato del centro storico, dove immondizia non ritirata, muri imbrattati e bottiglie di birra la fanno da padroni tra i potenzialmente meravigliosi vicoli della città.

Doveroso da sottolineare, inoltre, come le recensioni (poche, ma assolutamente buone, è bene ribadirlo) non possano fornire un vero e proprio quadro dello stato “turistico” della città. Un vero bilancio si potrà fare unicamente “dopo Santa Rosa”, ovvero quando comincerà a chiudersi la stagione turistica estiva di Viterbo. Nel mentre, però, sempre più imprenditori che lavorano nel campo della ricezione turistica hanno notato un brusco calo nelle presenze rispetto agli anni passati. Un paradosso che le recensioni su TripAdvisor mettono molto bene nero su bianco, sottolineando nella quasi totalità dei casi che “Viterbo è una città meravigliosa, ma… “. Un “ma” che ancora una volta deve far riflettere l’amministrazione corrente (da due anni guidata da Chiara Frontini) che deve premere l’acceleratore sulle tre tematiche che più di tutte possono influenzare il turismo: degrado, sicurezza e accessibilità.

A nota di margine, facciamo notare come anche una recensione totalmente negativa, firmata da un utente con una sola recensione a suo carico (e quindi, un potenziale “fake”) sia presente su TripAdvisor. Un punteggio di appena 1 su 5, che riunisce in poche righe un disprezzo esagerato per una città “decadente” e popolata da “cittadini” poco rispettosi del prossimo e che “sfrecciano a tutta velocità in auto”.

La riportiamo nella sua interezza, come monito – magari – di quello che Viterbo non dovrà mai diventare.

Se nelle intenzioni sul come trascorrere un fine settimana diverso, vi fosse quella di vistare un luogo tale da lasciare un vissuto positivo, allora non è sicuramente Viterbo una delle mete da prendere in considerazione. E semmai se ne fosse avuto esperienza, questa è da dimenticare, o meglio, da annoverare nelle cose da non rifare. Già l’accoglienza che la città dà ai suoi visitatori (e non solo) è delle peggiori, con un traffico degno solo che di quelle grandi metropoli del tutto congestionate da tale problematica, con una massa di veicoli di ogni genere (persino monopattini elettrici) che si muovono con violenza e da non lasciar spazio alcuno a pedoni o a ciclisti, che di sicuro verrebbero travolti da tale mole inquieta qualora azzardassero solo ad occupare la strada per tentarne l’attraversamento o, come il caso di biciclette, il semplice e di diritto transito su di essa. Veicoli che corrono all’impazzata, arrestandosi solo (e non sempre) al rosso dei semafori, ed attendendo con ansia lo scoccare del verde per riprendere la propria corsa frenetica, quasi ad assistere a sequenze di film ambientati sulle gare stradali clandestine. Velocità pazzesche, per un abitato, soprattutto raggiunte da motoveicoli ed auto sportive, azzardando anche sorpassi di ogni genere. Ma sembra ciò essere l’attività prevalente di chi del luogo, ed anche l’unica forma di passatempo, data proprio l’enorme (o sarebbe più appropriato dire abominevole) consistenza di veicoli che transitano. Ed il tutto ha quale scenario prevalente di ambientazione, un’unica strada che percorre la città da un estremo all’altro, squarciando questa e nella quale viene fatto confluire tutto il traffico, da ovunque esso provenga. Veicoli che si muovono anche senza alcuna destinazione, poiché una volta immessi su quella strada, diviene praticamente impossibile uscirne, a causa di una segnaletica confusionaria che non permette neppure di comprendere da che parte della città ci si trovi (o persino in quale città venga il turista a trovarsi). Così come è la medesima situazione in cui ci si viene a trovare una volta parcheggiata l’auto, che persino i parcheggi pubblici sono sprovvisti di indicazioni stradali ma soprattutto turistiche. Ed ecco che il visitatore si trova in balia della sorte, dovendosi affidare solo che a mappe od altri strumenti di localizzazione messia a disposizione dalla propria connessione telefonica, che anche qualora a chiedere informazioni a chi del luogo, neppure questi è in grado di fornire alcunché di risposta attendibile, in un’ignoranza peggiore persino di chi per al prima volta giunga in città. Anche a voler peccare di magnanimità, da visitare non che vi sia un granché, anzi, praticamente nulla che forse sarebbe più che meglio di quanto invece il turista venga a trovarsi difronte, dove tutto ciò che c’è da vedere si concretizza nella Piazza del Duomo, con la ex residenza Papale (ossia il palazzo dei Papi), ridotto ad un rudere inaccessibile e di cui comunque per la parti ancora praticabili non viene consentito l’ingresso. Mentre la chiesa del Duomo, ne ha più che da invidiare rispetto alle medesime icone presenti in qualsiasi altra località. Di tutto il resto degli edifici presenti nelle zone circostanti, invece è bene starne a distanza, poiché il pessimo grado di conservazione li rendono persino un pericolo pubblico, con caduta dagli stessi di calcinacci ed altro. Di sicuro poi non rimedia a tale stato di degrado (e sconforto per il turista) una passeggiata nel centro storico della città, che anche questa si trasforma praticamente in un percorso ad ostacoli a causa della condizione dissestata della pavimentazione stradale (come ne è nel resto in tutta la città), e dove non c’è proprio nulla da vedere, soprattutto che possa sorprendere in positivo il visitatore, anzi lasciando solo che malinconia nel constatare uno stato di abbandono totale che si fa innanzi già con la condizione di trascuratezza in cui versano gli edifici, ma soprattutto nel trovare quei locali, che dovrebbero ospitare esercizi commerciali, chiusi e vuoti. Neppure l’idea di un’esperienza culinaria è raggiungibile, che di cucina tipica non ce ne è affatto; semmai è impresa persino trovare un ristorante, che forse è anche meglio così, che visto il contesto del tutto, anche qui l’esperienza che si avrebbe, difficilmente risulterebbe in positivo o comunque soddisfacente. Ed è bene poi limitare la propria permanenza unicamente ad una giornata, o comunque circoscrivere questa alle sole ore diurne che altrimenti si avrebbe ancor più e di peggio da scoprire e ricordare (o da dover dimenticare).Infatti il luogo tira fuori nelle ore notturne il lato più oscuro, specie nelle vie e piazze del centro, dove le notti e la città, diventano dominio di scorribande di ogni tipo, da risse di strada, a danneggiamenti di proprietà, e furti, incendi, ed aggressioni. Notti davvero buie che trasformano il tutto in territorio di illegalità di ogni genere, con gli effetti di quella fuga di massa dai luoghi del centro, a cominciare dagli esercizi commerciali, sino ad arrivare anche all’abbandono di abitazioni. E all’indomani mattina, restano segni ovunque di questi notti, come bottiglie in vetro dappertutto, anche rotte perché lanciate da veicoli in movimento (e quindi, con chi alla guida sotto l’effetto di alcool), oppure perché usate come armi improprie nei tafferugli di strada, e così come altri rifiuti abbandonati in ogni luogo, ma anche vetrine (di quei pochi esercizi commerciali rimasti) in frantumi, od altri danni alle proprietà. A conclusione di un soggiorno così funereo, anche l’unico momento positivo, cioè il lasciare la città, diviene critico più che mai, che allontanarsi da essa è impresa da non poco a causa di questo suo sistema di viabilità, dove non si ha cognizione alcuna in quale parte della città ci si trovi e che strada intraprendere per dirigersi verso la destinazione voluta. Quindi, piuttosto che visitare Viterbo per poi pentirsene, allora molto meglio evitare la città, anche solo di trovarsela come luogo da attraversare nel mentre si sia in viaggio per altra meta, tanto il ricordo che ne resterebbe, sarebbe ad ogni modo spiacevole. Eppoi a screditare, e non di poco, il luogo, ci pensano i quotidiani locali, anche quelli via Web, con notizie di polemica e politica (che fa solo polemica), nonché di cronaca nera, che evidentemente altro non vi è di cui scrivere“.