Il giovane ricercatore disposto anche a pagare 400 euro a chi glielo riconsegna
TARQUINIA – Fabio ha 35 anni ed è un archeologo con un percorso di studi di tutto rispetto: una laurea, un dottorato e un curriculum di scavi che include diverse località, come Tarquinia, con siti importanti come Civita e l’Ara della Regina. La sua carriera, tuttavia, è stata segnata da difficoltà economiche. Ha lavorato come assistente, ottenendo solo piccole borse di studio o modesti compensi da professionista. Ha spesso dovuto sostenere di tasca propria le spese di viaggio, vitto e alloggio.
Il lavoro dell’archeologo, come Fabio sa bene, è duro e impegnativo. Si svolge tra pietre e polvere, spesso sotto il sole cocente. Quando si lavora in scavi sotterranei si è all’ombra, ma costretti a rimanere piegati in due, con un caldo soffocante. Un lavoro che richiede una grande passione e competenza, e che Fabio ha sempre svolto con dedizione.
Nei giorni scorsi, però, Fabio ha subito un grave colpo: qualcuno ha rubato il suo notebook, contenente tutta la documentazione dei suoi lavori di ricerca, appunti, foto, relazioni e articoli destinati a vari istituti universitari con cui collabora. Materiale di grande valore per lui, frutto di mesi di lavoro, ma di nessun interesse economico per chi ha compiuto il furto.
Secondo l’appello lanciato dall’Associazione Assolidi di Tarquinia, il furto è avvenuto giovedì 29 agosto. Fabio stava lavorando con un professore e un gruppo di un’università tedesca in località Farnesina/Montericcio, dove erano impegnati nello scavo dei resti di una grande villa di epoca romana. Aveva lasciato uno zainetto militare di colore sabbia (dimensione 60×30 cm) sul sedile dell’auto, parcheggiata a circa venti metri dallo scavo. La zona è nota per essere poco frequentata, quindi Fabio non aveva preso particolari precauzioni.
All’interno dello zainetto, oltre al portafoglio con documenti personali, carte di credito e una piccola somma di denaro, c’era una macchina fotografica indispensabile per il suo lavoro, ma soprattutto il suo computer, con tutto il frutto del suo lavoro.
Assolidi di Tarquinia conclude l’appello con un invito alla solidarietà: “Aiutiamolo! Fabio è disperato. Restituire il notebook sarebbe un gesto di grande umanità e comprensione per il valore del lavoro di ricerca che vi è custodito”.
Questa è una storia che evidenzia non solo la passione e la dedizione di Fabio per il suo lavoro, ma anche le difficoltà e i sacrifici che molti archeologi devono affrontare. Ora, oltre alle sfide quotidiane del suo lavoro, Fabio si trova ad affrontare la perdita di mesi di lavoro, un danno che non è solo materiale, ma anche emotivo e professionale.