La procura federale del Belgio ha chiesto al Parlamento europeo la revoca dell’immunità per le due eurodeputate socialiste Alessandra Moretti e Elisabetta Gualmini, nell’ambito dell’indagine sul Qatargate. Ecco chi sono le due deputate del Partito democratico.
Alessandra Moretti è nata a Vicenza nel 1973: la sua attività politica inizia da giovanissima, quando diventa segretaria dell’associazione di studenti della sua città. Il suo primo vero incarico istituzionale risale invece al 2008, quando entra a far parte della giunta comunale di Vicenza, di centro-sinistra, eletta con 192 preferenze. L’anno succesivo entra a far parte della direzione nazionale del Partito democratico, mentre nel 2013 viene eletta alla Camera dei deputati. Nel 2014 diventa invece europarlamentare scelta da Matteo Renzi, allora segretario del Pd. Nel 2015 finisce al centro delle polemiche per aver criticato il look di Rosy Bindi il quale, secondo Moretti, “mortificava la femminilità”, in contrasto alla cura della persona e dello stile personale che la stessa deputava riteneva indispensabile per una donna in politica.
Elisabetta Gualmini è nata a Modena nel 1968. Gualmini è una politologa autrice di diversi libri sul mondo della politica, oltre a essere professoressa di Scienze Politiche all’Università di Bologna. Nel 2014 diventa vice-presidente dell’Emilia-Romagna scelta da Stefano Bonaccini; diventa invece europarlamentare nel 2019, eletta con il Partito democratico nel manifesto “Siamo Europei” di Carlo Calenda.
L’inchiesta Qatargate, in cui le due deputate sembrano essere coinvolte, è un’indagine su uno scandalo politico che ha coinvolto il Parlamento Europeo, scoppiato nel dicembre 2022.
Si tratta di un caso di presunta corruzione, riciclaggio di denaro e interferenza straniera, in cui funzionari, europarlamentari e lobbisti sarebbero stati influenzati dai governi di Qatar, Marocco e Mauritania per favorire i loro interessi all’interno delle istituzioni europee. Il nome “Qatargate” deriva dal fatto che le prime accuse si sono concentrate sul Qatar, sospettato di aver pagato somme di denaro o offerto regali per ottenere decisioni favorevoli, come l’attenuazione delle critiche sui diritti dei lavoratori in vista dei Mondiali di calcio 2022 o l’approvazione di un accordo per viaggi senza visto tra Qatar e UE. Successivamente, l’inchiesta si è allargata anche a Marocco e Mauritania, accusati di operazioni simili di “cash-for-influence” (denaro in cambio di influenza).