Il mondo dell’informazione europea e non è in attesa della reazione del mega direttore galattico della libertà di opinione Carlo Galeotti ribattezzato: “Non toccate i miei figli” e dei suoi pronti commentatori alle stragi razziste dell’Isis che hanno mietuto 13 vite tra cui il nostro connazionale Bruno Gulotta
VITERBO – Questa è l’occasione giusta per il mega direttore galattico Carlo Galeotti di Tusciauè di far valere “Lo Stato di diritto c’è”.
E se c’è lo Stato di diritto per lui figuriamoci per i famigliari delle ennesime vittime del terrorismo razzista e radicale dell’Isis questa volta compiuto a Barcellona tra cui quella dell’unico italiano, al momento riconosciuto, Bruno Gulotta.
In questo ultimo mese abbiamo assistito alla grande caccia al razzista messa in campo da Tusciauè e da una serie di interventi di prestigiosi personaggi viterbesi e non che hanno detto la loro su alcuni messaggi scritti per stupidità e niente più sulla morte del giovane di colore affogato a Montefiascone.
Li invitiamo a leggere i commenti sui social e denunciare alla Digos, come hanno fatto in questo caso, tutti i commenti che si stanno susseguendo in queste ore sulla tragedia, l’ennesima, messa in atto da terroristi accolti come fratelli in terra di Spagna.
Quanto accaduto a Barcellona rafforza la linea di chi non vuole lo ius soli, riconoscere a questi soggetti, e non ce ne frega nulla se tra loro c’è una piccola parte di gente perbene, cioè l’acquisizione della cittadinanza del nostro Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Ci hanno invaso ed hanno fatto arricchire, guarda caso, cooperative rosse, figli o sorelle di noti personaggi tutti in orbita Governo.
Come detto, tra le vittime della strage di Barcellona c’è anche Bruno Gulotta, 35anni, residente a Legnano, che era in vacanza nella città catalana con la moglie e i figli.
Due bimbi, un maschietto di 6 anni e una bambina di 7 mesi che al momento dell’attentato era nel passeggino. Gulotta è stato travolto sulla Rambla ed è rimasto ucciso dal furgone killer che è piombato sulla folla provocando almeno 13 morti e 100 feriti.
Gulotta avorava come Sales & Marketing Manager per la testata specializzata in tecnologia Tom’s Hardware Italy che ha pubblicato un sentito ricordo dell’amico e collega: “Bruno era un punto di riferimento per tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Per noi di Tom’s Hardware era una colonna portante”
Aspettiamo commenti e lezioni dunque e sbrigatevi altrimenti non sappiamo come comportarci, se non ricordate chi è autorevolmente intervenuto ve lo ricordiamo noi:
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