Spiagge meno affollate, ombrelloni vuoti e prezzi sempre più alti: l’allarme arriva anche da Alessandro Gassmann
ITALIA – L’estate 2025 rischia di essere ricordata come una delle più costose – e meno affollate – degli ultimi anni sulle spiagge italiane. Mentre in molte località balneari si registra un calo dell’affluenza, cresce il malcontento tra turisti e famiglie per i rincari generalizzati negli stabilimenti.
I numeri parlano chiaro: secondo le rilevazioni di Federconsumatori e Altroconsumo, i prezzi medi per ombrelloni e lettini sono aumentati del 5 % rispetto al 2024, con punte che arrivano fino al +9 % in località come Alghero e Senigallia. La spesa media per una giornata al mare – comprensiva di postazione attrezzata, parcheggio e consumazioni – supera facilmente i 100 euro per una famiglia con due bambini, con picchi fino a 120 euro in alcune zone della Sardegna.
L’aumento più marcato si registra in regioni tradizionalmente molto frequentate come Sicilia (+6 %), Sardegna (+4 %), Abruzzo e Liguria (+3 %). Secondo il report di Piratinviaggio, il costo medio settimanale per una postazione standard è passato da 182 euro nel 2021 a 212 euro nel 2025: un incremento del 17 % in quattro anni.
In un contesto economico segnato da inflazione persistente, caro-vita e stagnazione dei salari, molti italiani stanno cambiando abitudini, optando per spiagge libere – spesso sprovviste di servizi – o rinunciando del tutto alle vacanze in riva al mare.
A dare voce al malcontento generale è stato anche Alessandro Gassmann, che sui social ha condiviso un messaggio diretto rivolto ai gestori degli stabilimenti balneari:
“Cari amici gestori di stabilimenti balneari. Leggo che la stagione non sta andando bene bene. Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi e la situazione economica del Paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera? Abbassate i prezzi e le cose, forse, andranno meglio. Capito come?”
Parole che hanno acceso il dibattito, ricevendo migliaia di condivisioni e commenti, e che riflettono un malessere reale. Se da una parte alcuni operatori giustificano gli aumenti con il costo crescente dell’energia, del personale e della manutenzione, dall’altra molti utenti denunciano servizi insufficienti a fronte di cifre da resort di lusso.
Nel frattempo, cresce la richiesta di regolamentare meglio l’accesso alle spiagge e di garantire un equilibrio più equo tra tratti di costa in concessione privata e tratti liberi. Le associazioni dei consumatori chiedono maggiori controlli sulle tariffe, trasparenza sui costi e l’introduzione di un “tetto” massimo ai prezzi delle postazioni balneari.
Alcuni stabilimenti, soprattutto sulla Riviera Romagnola, stanno sperimentando soluzioni alternative: tariffe ridotte per mezza giornata, pacchetti famiglia, promozioni last minute. Ma in molte zone d’Italia – soprattutto nelle mete più turistiche – la tendenza rimane quella dell’esclusività, con spiagge sempre più orientate a un pubblico benestante.
Se l’estate 2025 si chiuderà davvero in flessione, come temono molti operatori, sarà difficile ignorare ancora a lungo il problema. Il mare non può diventare un lusso per pochi. Lo ricordano i cittadini, i dati, e – stavolta – anche un volto noto come Gassmann.