Viterbo e la Tuscia protagoniste sulla rivista Traveler: un viaggio di 48h tra storia, borghi sul lago e tradizioni

Sulla copertina dell’articolo Grotte di Castro che conferma la sua nuova vocazione internazionale dopo un’estate indimenticabile per numero di presenze ed eventi culturali

VITERBO – Il capoluogo della Tuscia e il suo bel territorio tornano protagoniste in un articolo recentissimo della rivista Traveler dedicata al pubblico di Spagna.

Nel lungo pezzo, un racconto di viaggio della giornalista Morena Morante, vengono descritti luoghi da visitare, panorami imperdibili, attività e locali. Viterbo viene descritta come una delle città medievali meglio conservate d’Italia, poco conosciuta dal turismo di massa e perfetta per una gita da Roma.

Tra i luoghi più affascianti del capoluogo vengono ovviamente citati San Pellegrino, con le sue maestose piazze medievali e le ceramiche delle botteghe caratteristiche, ma non mancano citazioni di altri angoli del centro storico. Corso Italia, Via Ascenzi e il Bar Rodolfo (descritto come il luogo perfetto per “vivere un momento da veri viterbesi” nel cuore della città) ne sono un esempio, ma c’è ovviamente spazio anche per il sacro con la Chiesa di Santa Rosa e il giorno del 3 settembre, riservato al trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Dal capoluogo ci si trasferisce poi in uno dei luoghi più splendidi del circondario: il Lago di Bolsena, con la sua ricca storia e i tanti borghi che costellano la zona vulcanica. A Grotte di Castro, addirittura, è riservato il posto d’onore in copertina. Una ulteriore conferma di come il piccolo paese di appena 2500 abitanti stia conquistando l’interesse internazionale dopo un’estate all’insegna di eventi e appuntamenti d’eccezione (ce ne ha parlato il sindaco Antonio Rizzello in questa nostra intervista).

Nella lunga “guida turistica” a spasso per la Tuscia c’è spazio anche alla cultura culinaria viterbese e al relax. Tra i locali visitati dalla giornalista figurano il ristorante l’Archetto di Viterbo, “Il Taro” di Montefiascone, ma anche La Rana Muta sul lungolago di Montefiascone, la Pizzeria “Il Ghetto” a San Pellegrino, il Beer Shock di Via San Bonaventura, il LAB di Piazza del Teatro e L’Antica Latteria dentro Porta della Verità. Immancabile una citazione per le terme e la profonda tradizione locale con i molti poli termali presenti sul territorio del capoluogo.

Non mancano neanche piccoli “errori” come la didascalia di una foto raffigurante la meravigliosa Civita di Bagnoregio, erroneamente riportata come Viterbo. Una svista forse indotta anche dall’ultima guida di Lonely Planet intitolata “Viterbo e la Tuscia” ma che mostra “La città che muore” sulla sua copertina.

“Viterbo”, ma in realtà Civita di Bagnoregio

L’articolo, lungo e dettagliato, chiude in bellezza ricordando la storia di Viterbo con il Palazzo Papale, sette delle sue porte storiche da non perdere lungo le mura medievali e una chiusura a effetto: “In appena 48 ore, Viterbo svela così la sua anima medievale, i suoi sapori genuini e la sua tranquilla ospitalità”.

Se l’obiettivo era raccontare una fuga perfetta da Roma per chi è in procinto di recarvisi per un “viaggio alla ricerca dell’Italia più vera”, l’articolo centra il bersaglio: Viterbo e la sua Tuscia appaiono non solo come meta turistica, ma come esperienza autentica, capace di parlare a chi cerca storia, relax e identità. Il compito, ora, è quello di uscire dallo schema “gita fuori le porte di Roma” e rendere il capoluogo un centro turistico a sé stante, in grado di offrire un soggiorno ben superiore ai due giorni grazie alle meraviglie che lo circondano.