L’inchiesta guidata dal procuratore capo Alberto Liguori svela un sistema di appalti pilotati tra eventi culturali, luminarie e attività produttive (amministrazione Montino e poi Baccini): arresti domiciliari per il direttore artistico e due imprenditori, misure cautelari per due assessori e un funzionario, sospensione per un dirigente comunale e divieto di contratti pubblici a un altro imprenditore
FIUMICINO – Appalti pilotati, affidamenti diretti mascherati e un intreccio tra interessi politici, funzionari comunali e imprenditori compiacenti.
È questo il quadro che emerge dall’inchiesta della Procura di Civitavecchia sugli appalti relativi alle politiche sociali, culturali e produttive del Comune di Fiumicino, condotta dai militari del Comando Provinciale Roma e sfociata in un nuovo filone di misure cautelari.
L’indagine ha accertato che operatori economici intrattenevano rapporti anomali con funzionari ed esponenti politici del Comune, i quali, pur di ottenere vantaggi di carriera e visibilità politica, garantivano loro l’assegnazione privilegiata di commesse pubbliche.
Gli appalti venivano frammentati artificiosamente per restare sotto la soglia che impone la gara pubblica, salvo poi prorogare contra legem i contratti a beneficio degli stessi imprenditori.
Dopo una prima tranche di arresti a giugno nel settore degli appalti sociali, il giudice per le indagini preliminari ha accolto le nuove richieste della Procura per i filoni riguardanti le attività produttive e culturali. In particolare, le indagini hanno riguardato gli eventi estivi del 2024 a Fregene, Passoscuro, Torre Clementina, Aranova e Corte Villa Guglielmi, oltre alle luminarie natalizie di Fiumicino Paese e Isola Sacra tra il 2024 e il 2025.
Sono state eseguite nove misure cautelari: tre arresti domiciliari (il direttore artistico del Comune e due operatori economici), quattro misure coercitive (tra obblighi di firma, divieti e obblighi di dimora per due assessori, un funzionario e un imprenditore), una sospensione per 12 mesi dalle funzioni di dirigente comunale e un divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un imprenditore.
L’inchiesta trae origine da una verifica fiscale su una società che tra il 2018 e il 2023 ha emesso fatture per oltre 1,4 milioni di euro più IVA, senza alcuna contabilità né dichiarazioni fiscali.
Le fatture, dichiarate inesistenti dal legale rappresentante, servivano a coprire un giro di prelievi in contanti e trasferimenti all’estero. Emblematico il caso di una cooperativa che ha ricevuto 42 appalti per oltre 4 milioni di euro, ma ha emesso fatture per più del doppio, con ulteriori lavori pubblici di probabile natura illecita.
L’analisi dei movimenti bancari della società emittente ha evidenziato, in concomitanza con il pagamento delle fatture da parte delle sopra indicate società, immediati prelevanti in contanti e trasferimenti su conti esteri degli importi accreditati. Per comprendere la gravità dei fatti, si annota che una delle società cooperative coinvolte ha ricevuto 42 appalti per un importo complessivo di 4.125.814,78 euro, dei quali 26 assegnati mediante affidamento diretto, 8 con procedura negoziata, 5 con procedura negoziata senza pubblicazione, 2 con procedura aperta, ma di fatto riferibili a proroghe di precedenti contratti, senza non sottolineare che detta cooperativa ha emesso fatture notevolmente superiori rispetto al valore degli appalti ricevuti: fatture emesse per 9.464.690,74 contro affidamenti ricevuti per 4.125.814,78. All’appello mancano altri lavori pubblici affidati e fatturati di probabile natura illecita.
La ricostruzione della Procura individua ruoli chiave. Sul piano tecnico-amministrativo, il direttore artistico avrebbe trasformato la sua funzione in una sistematica ingerenza sulle procedure, decidendo di fatto i vincitori prima dei bandi, sia per gli eventi estivi sia per le luminarie natalizie.
Al suo fianco, il dirigente dell’area Suap, turismo e cultura, firmatario di quasi tutti gli atti, che avviava finte indagini di mercato per giustificare affidamenti diretti. Coinvolto anche un funzionario dell’ufficio cultura e innovazione tecnologica, che ha agito da responsabile del procedimento, rivelando atti coperti da segreto e assecondando il direttore artistico in cambio di prospettive di carriera.
Sul piano politico, due assessori risultano direttamente implicati. L’assessore alle attività produttive sarebbe stato l’anello di congiunzione tra il direttore artistico e uno degli imprenditori beneficiari, mentre l’assessore alla cultura e al turismo avrebbe avuto un ruolo determinante nella parcellizzazione artificiosa delle luminarie, utilizzando il proprio peso politico per indirizzare atti amministrativi, distrarre fondi da municipalizzate e persino coinvolgere la Pro Loco come prestanome per finanziamenti fittizi.
L’Assessore alle attività produttive. Riveste il ruolo di assessore al commercio e alle attività produttive del Comune di Fiumicino ed è risultato in strettissimi rapporti con il Direttore Artistico ed assiduamente in contatto con lui per la pianificazione degli affidamenti dell’organizzazione degli eventi estivi. È risultato essere il punto di collegamento tra il Direttore Artistico e uno degli imprenditori beneficiari dell’attività collusiva.
L’Assessore alla cultura e al turismo del Comune di Fiumicino, è il principale referente politico del Direttore Artistico con il quale si è fattivamente adoperato per parcellizzare artificiosamente l’importo per l’allestimento delle luminarie natalizie e pilotandone l’affidamento illegale in favore dell’imprenditore beneficiario della collusione.
È risultato avere un peso politico considerevole in seno alla giunta ed una notevole influenza sull’apparato amministrativo che non ha esitato a spendere per ottenere provvedimenti amministrativi in favore di imprenditori compiacenti, distrarre risorse economiche dalle società municipalizzate per finalità ad esse estranee e colludere con gli esponenti della locale Pro Loco affinché fungessero da prestanome per l’assegnazione fittizia di finanziamenti.
Sul fronte imprenditoriale, cooperative e società del territorio avrebbero beneficiato sistematicamente della messa a disposizione delle funzioni pubbliche, con appalti spezzettati, gare-farsa e proroghe che hanno garantito veri e propri oligopoli. Le intercettazioni e gli interrogatori hanno confermato un quadro di sistematico asservimento della funzione pubblica, con bandi anticipati agli “amici imprenditori”, corruzioni, turbative d’asta e violazioni della legalità e imparzialità amministrativa.
La Procura sottolinea la gravità del quadro, testimoniata dalle misure cautelari con controlli elettronici, divieti di comunicazione e sospensioni dalle funzioni, segno del concreto pericolo di reiterazione. Il procuratore capo Liguori ha rimarcato la necessità di informare i cittadini con fonti ufficiali per prevenire fughe di notizie e spettacolarizzazioni.
Tutti gli indagati restano comunque coperti dalla presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, ma il quadro delineato dagli investigatori descrive un sistema diffuso di collusione tra funzionari infedeli, politici e imprenditori nel cuore dell’amministrazione comunale di Fiumicino.