Roma – Sette nuovi santi per la Chiesa: testimoni di fede dal mondo intero

ROMA – La Chiesa accoglie oggi sette nuovi santi. Sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Leone ha presieduto la celebrazione eucaristica con il rito di canonizzazione, che unisce figure provenienti da epoche, luoghi e vocazioni diverse, ma accomunate dalla stessa fedeltà al Vangelo, vissuta fino al dono totale di sé. Dalla Turchia alla Papua Nuova Guinea, da Verona e Pompei fino a Caracas: la santità parla oggi tutte le lingue del mondo. Per il Venezuela, è un giorno storico, con la proclamazione dei primi due santi della sua storia.

Tra i nuovi santi spiccano due figure amate e profondamente simboliche: san José Gregorio Hernández Cisneros, il medico dei poveri, e san Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore del Santuario di Pompei.

San Bartolo Longo, avvocato pugliese, visse un cammino di profonda conversione. Dopo un periodo segnato dallo spiritismo, scoprì la misericordia di Dio e si consacrò alla Madonna del Rosario. Fondò a Pompei un grande santuario mariano e un’opera di carità per orfani e poveri, diventando testimone della potenza redentrice della conversione. La sua canonizzazione, avvenuta con dispensa papale, riconosce la sua vita come segno di speranza e rinnovamento.

Sant’Ignazio Maloyan, arcivescovo armeno cattolico di Mardin, in Turchia, fu martirizzato durante il genocidio armeno del 1915. Torturato e condannato a morte, rifiutò di rinnegare la fede cristiana. Poco prima di essere ucciso, consacrò un pezzo di pane per offrirlo ai fedeli come viatico. Morì nella festa del Sacro Cuore, suggellando con il proprio sangue la fedeltà a Cristo.

San Peter To Rot, catechista della Papua Nuova Guinea, rimase punto di riferimento per la comunità cristiana anche durante l’occupazione giapponese, quando i missionari europei furono internati. Difese con coraggio la dignità del matrimonio cristiano, opponendosi alla poligamia, e fu ucciso nel 1945 per la sua fede.

Santa Vincenza Maria Poloni, veronese, dedicò la vita al servizio dei poveri e dei malati. Nel 1840 fondò le Sorelle della Misericordia, animate dal motto: «Dobbiamo essere sante nel servizio dei poveri, che sono i nostri padroni». La sua vita fu un continuo atto di carità concreta.

Santa María Carmen Rendiles Martínez, di Caracas, nacque senza un braccio, ma trasformò la propria fragilità in una via di unione con Cristo. Fondò in Venezuela la congregazione delle Serve di Gesù, offrendo con gioia ogni sofferenza come partecipazione alla Croce.

Santa Maria Troncatti, salesiana originaria di Corteno Golgi (Brescia), fu missionaria tra gli Shuar dell’Amazzonia ecuadoriana, dove si fece “madrecita” dei malati e dei poveri. Infermiera, educatrice e testimone instancabile del Vangelo, perse la vita in un incidente aereo nel 1969 mentre si recava agli esercizi spirituali.

San José Gregorio Hernández Cisneros, scienziato e medico venezuelano, è ricordato come “il medico dei poveri”. Professore universitario e uomo di profonda fede, curava gratuitamente chi non poteva permettersi le cure e univa la ricerca scientifica alla carità cristiana. Durante l’epidemia di influenza spagnola del 1918, offrì la propria vita per la pace del mondo. Morì investito da un’auto mentre accorreva da un bambino malato, pronunciando il nome della Vergine.

Ognuno di questi sette nuovi santi mostra un volto diverso della santità: martirio, carità, servizio, missione, scienza e fede vissuti fino in fondo. Un mosaico di vite che illumina la Chiesa e il mondo con la stessa, antica luce del Vangelo.