Civitavecchia – Porto, si rafforza il Comitato di gestione: entra Giorgio Pineschi. Confermati Cozzi e Scotti, verso il piano triennale e la nomina del segretario generale

Da gennaio il nuovo segretario generale (quota Lega) Fabrizio Urbani che lascia l’Ater di Viterbo. Con la nomina di Pineschi la regione Lazio blinda Molo Vespucci

CIVITAVECCHIA – Si completa il quadro istituzionale del Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale con la recente nomina di Giorgio Pineschi quale rappresentante della Regione Lazio. Un ingresso che rafforza il profilo tecnico dell’organo chiamato a svolgere un ruolo centrale nelle decisioni strategiche dello scalo.

Una nomina a sorpresa quella del governatore Francesco Rocca. Un vero capolavoro di strategia politica che blinda e mette al sicuro la regione Lazio sulla gestione di un porto che ogni anno assicura lo sbarco di quasi 4 milioni di passeggeri solo dalle navi da crociera.

Contestualmente sono stati riconfermati Sergio Cozzi, in quota alla Città Metropolitana di Roma Capitale, ed Emiliano Scotti, designato dal Comune di Civitavecchia. Con questa composizione, il Comitato potrà ora affrontare due passaggi decisivi: l’approvazione del Piano operativo triennale e, successivamente, l’avvio della procedura per la nomina del segretario generale nella figura di Fabrizio Urbani pronto a lasciare l’Ater di Viterbo.

Il profilo di Giorgio Pineschi

Ingegnere ambientale, dottore di ricerca (PhD) e dirigente pubblico di lungo corso, Giorgio Pineschi vanta un curriculum di altissimo livello nel campo della tutela delle acque, della difesa del suolo e della pianificazione ambientale. È dirigente di Sogesid Spa, società in house del Ministero dell’Ambiente, dove ricopre il ruolo di direttore della Direzione per il dissesto idrogeologico.

Nel corso della sua carriera ha operato a stretto contatto con istituzioni nazionali e internazionali: dal Ministero dell’Ambiente alla Commissione Europea, fino a incarichi di cooperazione internazionale in Egitto, Cina e America Latina. È stato focal point italiano per l’attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE), membro di numerosi comitati tecnici di Autorità di Bacino e consulente su grandi operazioni complesse come il recupero della Costa Concordia.

Un profilo marcatamente tecnico, che porta nel Comitato di gestione competenze ambientali e di pianificazione strategica particolarmente rilevanti per un sistema portuale chiamato a coniugare sviluppo infrastrutturale, sostenibilità e compatibilità territoriale.

Cos’è e cosa fa il Comitato di gestione

Il Comitato di gestione è l’organo collegiale di indirizzo e controllo dell’Autorità di Sistema Portuale. È presieduto dal Presidente dell’AdSP e composto da rappresentanti delle Regioni interessate, delle Città metropolitane, dei Comuni ex sede di Autorità portuale e dell’Autorità marittima.

Resta in carica quattro anni (rinnovabili una sola volta) e svolge funzioni determinanti. Tra le sue competenze principali rientrano:

  • l’adozione degli strumenti di pianificazione strategica e regolatoria del sistema portuale;
  • l’approvazione del Piano operativo triennale, che definisce priorità, investimenti e indirizzi di sviluppo;
  • l’approvazione del bilancio di previsione e del conto consuntivo;
  • le decisioni su concessioni portuali di lunga durata e sui relativi canoni;
  • la nomina e l’eventuale revoca del Segretario generale, su proposta del Presidente;
  • la definizione della dotazione organica e dell’organizzazione interna dell’Autorità.

Il Comitato esprime inoltre pareri obbligatori – seppur non vincolanti – su concessioni, autorizzazioni, zone franche e sull’esercizio di alcune competenze presidenziali. Le sue deliberazioni sono pubbliche e immediatamente esecutive, salvo diversa decisione motivata.

In sintesi, è il vero snodo decisionale dell’AdSP: senza il Comitato, nessuna grande scelta strategica può essere assunta.

Il nodo politico: guida forte cercasi

Raffaele Latrofa

In questo contesto, l’attenzione si sposta inevitabilmente sul presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Raffaele Latrofa. Se sul piano amministrativo la macchina procede, sul versante politico-istituzionale non mancano perplessità.

Latrofa appare spesso più concentrato sulle vicende calcistiche del suo Pisa che sulle complesse dinamiche politiche che ruotano attorno a uno dei principali porti crocieristici d’Europa. Un’impressione diffusa – va detto – che rischia di tradursi in un vuoto di rappresentanza nei luoghi dove si decidono equilibri, investimenti e alleanze strategiche.

Il sistema portuale vive di relazioni istituzionali, rapporti con i territori, mediazioni politiche e capacità di presidiare i tavoli che contano. In questo scenario, perdere terreno è un attimo, e ciò che è stato conquistato in anni di lavoro può rapidamente essere rimesso in discussione.

L’ingresso di figure tecniche solide come Pineschi e la continuità garantita da Cozzi e Scotti rappresentano un valore. Ma senza una guida politica pienamente immersa nelle dinamiche del porto, il rischio è che il Comitato di gestione finisca per supplire a una leadership che dovrebbe invece orientare e presidiare il futuro dello scalo.

Il tempo per correggere la rotta c’è ancora. Ma nei porti, come nella politica, l’assenza pesa quanto una scelta sbagliata.