Appello alla Regione Lazio affinché si attivi nel recupero dei convogli
ROMA – Riceviamo e pubblichiamo – «È noto che l’esercizio della ferrovia regionale Roma-Civita Castellana-Viterbo è condizionato, fortemente, anche dall’esigua disponibilità di rotabili. Mentre non è altrettanto risaputo che ci sono imprese ferroviarie italiane che, al contrario, hanno materiale funzionante in esubero, il quale sovente finisce in pasto alla fiamma ossidrica. Va bene il decentramento amministrativo, ma che diamine (!), un minimo di cooperazione tra Regioni. In fondo si tratta di beni pagati con i contributi dello Stato. O no?»
«L’ultimo caso, in ordine sparso, arriva dalla società di trasporto pubblico torinese GTT SpA. Con il passaggio della SFM 1 Canavesana a Trenitalia, avvenuto all’inizio di gennaio, l’azienda ha accantonato 7 elettrotreni serie Y 0530 (Fiat Ferroviaria/ADtranz), che si sommano ai 16 Minuetto (Alstom) già fermati e ugualmente marcianti. Ora sono in attesa di manifestazione di interesse da parte degli operatori ferroviari stessi, prima di essere avviati alla demolizione. Un’assurdità, secondo il nostro modesto parere, lo Stato che distrugge se stesso».
«Sono convogli a pianale ribassato ed equipaggiati con SCMT, omologato da ANFS, ovvero del sistema controllo marcia-treno che dovrebbe essere installato sulla RomaNord, nell’ambito del programma di innovazione tecnologica della linea, avviato dalla Regione Lazio. Siamo del parere che potrebbe essere impiegato nel servizio extraurbano/metropolitano Montebello-Catalano-Viterbo, dotato di stazioni/fermate con banchine basse, ovviamente previo valutazione tecnico-economica e prove in linea. Numerosi sarebbero i vantaggi nell’immediato, soprattutto per garantire sia la regolarità dell’esercizio che il distanziamento fisico. In attesa dell’arrivo dei nuovi treni. È possibile per esempio contenere le soppressioni e rendere effettivo l’orario in vigore; aumentare le corse urbane e mettere le officine in condizioni di avere un tempo ragionevole per le manutenzioni. E se questi rotabili dovessero risultare inadeguati, non c’è da rammaricarsi più di tanto, pare, infatti, che siano disponili 2 composizioni della Sangritana, le cui caratteristiche sono assimilabili a quelle della nostra benamata Viterbo. Insomma, provare per credere».
«La pandemia e la conseguente contrazione economica, senza precedenti, impongono scelte ponderate e una cooperazione maggiore tra gli Enti territoriali. Facciamo appello quindi alla Regioni Lazio in primis affinché avvii un’interlocuzione con la Regione Piemonte e il GTT di Torino o, in alternativa, con altre Regioni/imprese ferroviarie, al fine di noleggiare/acquistare rotabili efficienti da destinare al servizio della Roma-Viterbo. Soluzione percorribilissima. Ricordiamo, infatti, che la Linea metropolitana Napoli-Giuliano-Aversa è attualmente esercitata con le elettromotrici della Linea A di prima dotazione (serie M.A. 100), vendute nel 2006 da MetRo SpA – antesignana di Atac SpA – all’allora Società MetroCampania NordEst. Iter che seguimmo da vicino». Così la nota dell’ associazione Trasportiamo, in merito alla tratta ferroviaria Roma – Viterbo.