Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere regionale M5S Thomas De Luca – L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto getta definitivamente la maschera sulle intenzioni della giunta Tesei. Sopprimere l’azienda ospedaliera di Terni e istituire un’unica azienda ospedaliera regionale, ovviamente con direzione nel capoluogo. Questo succede mentre all’ospedale di Terni, negli ultimi tre mesi, gli interventi chirurgici vengono rimandati, le liste di attesa si allungano e le assunzioni tardano ad arrivare.
Con assoluta leggerezza e noncuranza l’assessore Coletto motiva questa scellerata e folle decisione con una generica “razionalizzazione dei costi” che avrà come effetto l’allargamento della forbice tra il capoluogo, il Santa Maria di Terni, gli ospedali di comunità ed i territori dell’Umbria. In una regione in cui per prenotare una visita occorre aspettare mesi, invece di procedere ad un’integrazione orizzontale tra USL e aziende ospedaliere di riferimento, la giunta regionale conferma un autentico saccheggio politico in atto da decenni ai danni dell’Umbria meridionale. Perchè questo rappresenta la chiusura dell’azienda ospedaliera di Terni e il suo accorpamento con quella di Perugia. Mentre nel mondo tutti hanno capito che c’è la necessità di riequilibrare la distribuzione dei presidi e delle funzioni sanitarie diffuse nel territorio, qui si pensa ad accentrare.
Increscioso anche quanto avvenuto questa mattina durante la seduta di question time dell’assemblea legislativa. L’assessore Coletto avrebbe dovuto rispondere ad un’interrogazione per sapere il numero di pazienti in lista d’attesa per intervento chirurgico con previsione di ricovero relativamente agli ospedali sia di Terni che Perugia. Vista l’assenza dell’assessore per non meglio precisati motivi personali, il vice presidente Morroni si è rifiutato arbitrariamente di leggere il documento preparato dagli uffici perché avrebbe rilevato delle incongruenze. Una grave censura da parte della giunta regionale, forse senza precedenti nella storia recente dell’assemblea, che mira probabilmente a nascondere la realtà di un nosocomio ternano sotto il tiro della giunta regionale e fortemente depotenziato in termini di personale e risorse. Grazie a chi governa l’Umbria, ormai dai primi giorni di gennaio superiamo costantemente e abbondantemente la soglia critica per occupazione delle terapie intensive. Il Santa Maria, di fatto, non eroga più servizi, le assunzioni sono al palo, gli anestesisti promessi non arrivano e assistiamo a un vero e proprio esodo degli operatori sanitari. Proprio oggi la giunta annuncia la chiusura dell’azienda ospedaliera di Terni. Il piano sembra compiuto.