Dalla Regione Lazio nessuna presa di posizione contro l’illegale manifestazione. A cominciare dall’assordante silenzio della grillina che ha le deleghe su “Sicurezza Urbana e Polizia Locale”. Solo D’Amato è intervenuto: “vanno usati idranti e Canadair per cacciare subito tutti da lì”
ROMA – A ridosso di Ferragosto il viterbese è stato preso d’assalto da migliaia di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia e da alcune parti d’Europa per un rave party non autorizzato, scatenando molteplici polemiche.
Lo Stato italiano ha, di fatto, rinunciato al controllo del territorio. Con conseguenze catastrofiche per l’ambiente, per la sicurezza e con il bilancio triste di due ragazzi morti.
Quanto accaduto in questi giorni può avere la conseguenza che, d’ora in poi, chiunque si sentirà in diritto di occupare proprietà private e organizzare manifestazioni illegali, in spregio a qualsiasi norma. E questo è stato sottolineato nei giorni scorsi anche con la richiesta, da parte dei leader nazionali di centrodestra, delle dimissioni (che non ci saranno mai, però) del ministro dell’Interno Lamorgese.
Il rave si è svolto all’interno del territorio laziale e ha stupito l’assordante silenzio dell’amministrazione regionale guidata da Zingaretti che ha scelto la strada del “giriamoci dall’altra parte”. Con la sola eccezione dell’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, che in una intervista a Il Messaggero ha dichiarato: “Ci sarà un boom di contagi, vanno usati idranti e Canadair per cacciare subito tutti da lì”.
In realtà la Giunta regionale ha un assessore alla “Sicurezza Urbana e Polizia Locale”: Dopo il recente rimpasto di maggioranza messo in atto dal Presidente Zingaretti, con l’ingresso dei 5 Stelle in Giunta a braccetto con il PD, l’importante delega è stata assegnata alla grillina Valentina Corrado. Abbiamo già ricordato leggi qui come la pentastellata, durante la sua esperienza lavorativa in un’azienda ortofrutticola, coltivava la grande aspirazione di diventare un magistrato.
Questo sogno, però, non si è realizzato e allora ci ha pensato il suo grande amico Zingaretti ad assegnare all’aspirante magistrato la delega alla “Sicurezza Urbana e Polizia Locale”.
Perché la legalità è stata sempre il cavallo di battaglia dell’azione politica di Valentina Corrado.
Infatti fu l’unica, nel febbraio del 2014, a contestare aspramente la nomina di Gianpiero Giuffredi, diploma di geometra e assessore municipale di centrosinistra, nel ruolo di presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio.
I grillini, all’epoca, contestarono, oltre al titolo di studio di Cioffredi, anche le sue esperienze pregresse, poco attinenti con l’incarico. Oltre ad aver rivestito l’incarico di ex assessore municipale e coordinatore delle iniziative internazionali della Provincia di Roma (con Zingaretti presidente), Cioffredi è stato candidato, non eletto, alle elezioni europee del 2009 con il Pd.
La legge regionale che regola la costituzione dell’Osservatorio prevede la nomina di “tre membri, scelti dal presidente della Giunta regionale, tra soggetti di comprovata professionalità tecnico-scientifica nel campo sociale della sicurezza e prevenzione del crimine, di cui uno con funzioni di Presidente”, è scritto nel testo di legge.
Questa comprovata professionalità tecnico-scientifica venne contestata all’epoca dall’assessora Corrado che, in una intervista al Fatto Quotidiano, dichiarò: “Abbiamo chiesto al presidente Zingaretti e all’assessore alla Sicurezza di spiegarci i motivi di tale nomina. Anche il presidente dell’Osservatorio che aveva preceduto Vitarelli, il professor Enzo Ciconte, aveva le carte in regola per poter presiedere l’Osservatorio visto che è docente di Storia della Criminalità organizzata, consulente della commissione parlamentare antimafia nonché autore di numerosi saggi.
Cioffredi inoltre è anche un collaboratore dell’assessore alle Politiche Sociali Rita Visini e quindi la sua nomina a presidente dell’Osservatorio direttamente dipendente dalla Regione è doppiamente inopportuna. Un incarico di questo tipo dovrebbe essere ispirato da competenze tecniche e non da ragioni politiche o fiduciarie”.
Una presa di posizione netta e decisa… Cioffredi, secondo l’assessora Corrado, non poteva e doveva ricoprire quel ruolo. Allora quale occasione, una volta ricevuta la delega da Zingaretti, per rendere giustizia e chiedere la rimozione del Presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio?
Non avevamo fatto i conti con il trasformismo zingarettiano, che ha contraddistinto l’azione politica dell’assessora Corrado negli ultimi mesi.
Un aspirante magistrato, così attenta alla legalità e con una importante e pesante delega regionale assegnata dal Presidente Zingaretti in persona, avrebbe dovuto dedicare un po’ di attenzione sullo scempio avvenuto sul territorio laziale. Invece, silenzio assoluto. Probabilmente l’assessora si stava godendo il meritato riposo dopo l’estenuante maratona che ha portato, in regione, all’approvazione del collegato.