VITERBO – Riprenderà il 9 dicembre davanti al giudice Elisabetta Massini il processo a carico di due imputati, un quarantenne e una trentenne, entrambi residenti in un piccolo centro della provincia, accusati di aver ceduto due dosi di eroina a due cugini originari di Barbarano Romano, i quali, dopo aver assunto la sostanza stupefacente, morirono a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
Si tratta di Fausto e Adriano Fortuna, rispettivamente idraulico e agente penitenziario, di 42 e 37 anni, i cui corpi senza vita vennero rinvenuti dai parenti la mattina del 28 giugno del 2014. I difensori delle parti civili, gli avvocati Michele Ranucci e Paolo Pirani, al termine dell’ultima udienza si sono detti soddisfatti del rinvio così ravvicinato. Ma secondo il legale dei due imputati, l’avvocato Emilio Lopoi, ci sarebbero delle intercettazioni fondamentali che entreranno in ballo. “Riguardano una terza persona che ammetterebbe di essere lui lo spacciatore” ha riferito in merito Lopoi. In aula, lo scorso marzo, sono stati sentiti il padre e il fratello 52enne di Fausto Fortuna, i quali, nel corso della deposizione, hanno ripercorso quei tragici istanti ricostruendo tutto ciò che accadde in quelle ore specificando, inoltre, di non conoscere chi fosse stato a cedere l’eroina ai due giovani.