LATINA – Nel processo sui concorsi truccati alla Asl di Latina iniziato ieri mattina, stanno emergendo particolari sconcertanti. Secondo le dichiarazioni dei primi testimoni, i Dem pressavano i manager per spartirsi nomine e posti di lavoro. Con coraggio l’attuale DG, Silvia Cavalli, ha risposto alle scomode domande del giudice. Gli incontri si svolgevano presso gli uffici dell’assessorato alla sanità.
Va dato atto al direttore generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli, di essere una donna coraggiosa e una professionista esemplare.
Nell’udienza di ieri davanti al giudice Aldo Morgigni, la Cavalli ha rivelato come il partito che governa la regione Lazio non avrebbe avuto scrupoli nell’indirizzare alcune nomine di manager Asl, e che le riunioni per arrivare al risultato previsto si sono svolte direttamente all’interno degli uffici dell’assessorato regionale alla sanità.
Con il paradosso che mentre quegli uffici ospitavano un incontro per “acchittare” la nomina del Dirigente che a sua volta avrebbe “acchittato” i concorsi, l’assessore Alessio D’Amato (da subito duro verso chi ha gestito le procedure concorsuali), che guida quell’assessorato, invocava la sospensione del concorso sospetto.
La vicenda, ormai nota, riguarda gli aiutini dati ad alcuni candidati vicini a politici e vertici della Asl di Latina. A vario titolo i reati contestati sono falso, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Nell’udienza di ieri, durata oltre sei ore, sono stati ascoltati diversi testimoni, dalla manager della Asl Silvia Cavalli, al suo predecessore Giorgio Casati. Il giudice ha fissato la prossima udienza per il prossimo 8 aprile.
I protagonisti principali della vicenda, come detto, sono accusati di aver aiutato alcuni candidati a un concorso per amministrativi, per garantire l’assunzione a tanti “amici”.
A processo l’ex senatore del Partito Democratico ed ex segretario provinciale del partito, Claudio Moscardelli, due dirigenti Asl, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito. La giornata di ieri, comunque, ha presentato anche un’altra novità. Claudio Moscardelli e Claudio Rainone sono tornati in libertà e hanno lasciato gli arresti domiciliari grazie alla decisione del collegio penale del Tribunale di Latina. Per Rainone è stata mantenuta la misura dell’interdizione dai pubblici uffici.
Le rivelazioni della Cavalli, purtroppo, non finiscono qui. La stessa manager della Asl pontina, poi, ha dichiarato, dopo aver assunto l’incarico, di aver scoperto che le era stato assegnato anche un autista con precedenti penali di un certo rilievo e appartenente alla famiglia Di Silvio.
Oltre a Silvia Cavalli, come detto, è stato ascoltato anche il suo predecessore, Giorgio Casati, che attualmente riveste l’incarico di DG della Asl Roma 2.
Anche le dichiarazioni di Casati non lasciano spazio a dubbi, soprattutto quanto dichiara che “non riusciva a sopportare la pressione della politica” (le intercettazioni telefoniche sono eloquenti).
Il manager, però, nello specificare i fatti, fa nomi e cognomi dichiarando al giudice che per quei ruoli si rivolgevano a lui oltre a Moscardelli, il consigliere regionale PD Enrico Forte e il consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone. Su Moscardelli, che incontrava ogni due settimane, ha specificato che non aveva un ruolo istituzionale, ma era un semplice cittadino impegnato in politica (ma questo è risaputo, visto che l’ex senatore è fuori dalle Istituzioni dal 2018).
Contestualmente, però, Casati aggiunge che lo stesso Moscardelli veniva comunque ricevuto dai manager della sanità e partecipava a incontri all’interno dell’assessorato regionale. Il luogo in cui ci sarebbe stata la “raccomandazione” per la nomina di Rainone a direttore amministrativo. Inoltre Moscardelli avvocato riceveva fior di incarichi legali dalla dirigente Corradi all’Ares118.
Ricordiamo, infine, un particolare che ha aiutato gli inquirenti a fare luce, almeno fino a questo momento, sull’intera vicenda: le intercettazioni relative a uno dei tre indagati, in una attività investigativa in corso in tutt’altra operazione in corso a Roma, sono avvenute in modo causale era in corso di svolgimento la procedura concorsuale.
Proprio a seguito di questa “casualità” ha avuto origine l’indagine sui concorsi dell’Asl di Latina. Non tutte le procedure, purtroppo, hanno avuto questo tipo di “attenzione”.