Lorenzo Galofaro l’anno scorso è stato due mesi in terapia intensiva. “Ho rischiato di morire, ma non vedevo l’ora di tornare in campo”
TARQUINIA – È tornato a dirigere gare Lorenzo Galofaro, l’arbitro di calcio viterbese colpito dal Covid e che nel marzo 2021 venne ricoverato in terapia intensiva.
Impiegato in un autosalone, gestito dalla sua famiglia, ha una passione smodata per il calcio e non lo ha fermato nemmeno la grave malattia che lo ha fortemente debilitato.
Domenica scorsa, Galofaro, nato a Roma, trasferitosi a Tarquinia all’età di dieci anni, e attualmente residente a Blera, ha diretto in quest’ultima cittadina una gara della categoria Under 14, che ha visto affrontarsi Vetralla Blera e Fabrica Calcio Giovanile.
“Sono stato oltre due mesi ricoverato all’ospedale Belcolle di Viterbo – racconta Galofaro – ringrazio il personale medico dei reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Mi hanno salvato la vita. Tutto accade dopo aver svolto un servizio come volontario della Misericordia. Ho il respiro affannoso e il 24 marzo 2021 chiamo l’ambulanza per farmi trasportare in ospedale. Dopo due giorni i sanitari mi hanno intubato.
Ho un cane di nome Chicca, me l’hanno portata in terapia intensiva – ricorda commosso – appena l’ho vista dall’altra parte del vetro mi sono emozionato e ho cercato di chiamarla anche se avevo il tubo in gola. Quando sono uscito ho dovuto fare tanta fisioterapia e ringrazio Giuseppe Arcorace che mi ha seguito e mi ha praticamente rimesso in piedi e la mia famiglia che a Tarquinia mi ha accolto e sopportato.”
La sua storia è stata raccontata anche in televisione. Infatti, è stata narrata da Marco Liorni nel contenitore giornalistico “Italia sì” e da Gabriele Corsi conduttore del programma “Amore in quarantena”.
“Intanto sentivo che il campo mi chiamava, e dicevo a tutti di voler tornare a dirigere le partire di calcio. A casa erano scettici, ma a ottobre scorso ho ricominciato. Piano piano il fisico ha ripreso vigore e domenica scorsa ho avuto il piacere di arbitrare a Blera, alla presenza di amici che sono venuti appositamente a fare il tifo per me.”
L’arbitro della sezione AIA di Viterbo ha le idee chiare. Quando raggiungerà il limite di età e non potrà più scendere in campo, appenderà al chiodo fischietto e scarpini e chiederà di transitare nel ruolo degli osservatori arbitrali.
“L’arbitraggio fa parte di me – dice Galofaro – ringrazio i designatori Antonio Miele e Alessandro Scorsino per la fiducia che mi dimostrano, designandomi per gare di calcio a 11 e calcio a 5. Un grazie particolare è per Luigi Gasbarri, presidente della sezione AIA di Viterbo, che mi incita a fare sempre meglio.
Ho 41 anni, non mollo – conclude Galofaro – a fine carriera voglio andare a fare l’osservatore arbitrale, per trasmettere ai più giovani la mia esperienza e rimanere in questa grande famiglia che è l’associazione italiana arbitri”.