Porto di Civitavecchia – La Royal Bus inizia a sparare ma, secondo noi Port Mobility è il bersaglio sbagliato (prima parte)

CIVITAVECCHIA – Siamo stati buon profeti nell’inserire tra le criticità della nuova gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno settentrionale la vicenda della Royal Bus ed ecco subito che il nostro innesco ha fatto scattare le prime azioni. Sarà guerra aperta in porto tra Royal Bus e Port Mobility o meglio è proprio convinta la Royal Bus di aver individuato il vero nemico?

L’azienda del presidente Massimiliano Passalacqua accusa la società di servizi di interesse generale di essere in ritardo con i pagamenti dei servizi svolti per il trasporto delle persone in porto e di non poter quindi a sua volta pagare gli stipendi, annunciando una manifestazione di protesta per martedì 2 gennaio (senza dire però cosa accadrà il giorno 1 quando arriveranno le prime navi del 2018), a suon di clacson dei propri autobus sotto la sede di Port Mobility.

Non si è fatta attendere la replica della società che, giova ricordare, da pochi giorni è diventata proprietaria anche delle quote dell’Autorità Portuale e che si schiera dalla parte dei lavoratori di Royal Bus.

Port Mobility spiega che, come ha ampiamente rappresentato sia all’Autorità di Sistema Portuale che alla stessa Royal Bus, “non ha ancora provveduto al pagamento delle fatture scadute a tutt’oggi per circa 630 mila euro, perché allo stato risultano ingenti pendenze previdenziali per oneri contributivi non versati da parte dell’azienda di trasporto presieduta da Massimiliano Passalacqua”. 

“A tal proposito – prosegue Port Mobility – i nostri uffici stanno attentamente valutando le modalità con le quali salvaguardare sia i diritti dei lavoratori Royal Bus, riguardo ai contributi previdenziali non versati, sia il patrimonio della stessa Port Mobility. Ciò nonostante, e in accordo con la competente Autorità di Sistema Portuale, ci siamo resi disponibili disponibile, previa le necessarie garanzie, a mettere immediatamente a disposizione sia degli Enti previdenziali, sia di quei lavoratori Royal Bus direttamente coinvolti nei servizi resi alla mostra societày all’interno delle aree portuali, quanto al momento risultante a credito della Royal Bus”.

“Per quanto attiene, poi, al futuro degli stessi lavoratori che in questi anni hanno reso i servizi nei confronti della scrivente – conclude la nota di Port Mobility – rendiamo noto a coloro che ancora non ne hanno avuto notizia, che sono in corso le selezioni per autisti di bus sia per il servizio Autostrade del Mare, che sarà gestito “in house”, sia per il servizio da rendere per i croceristi che al momento è intendimento gestire attraverso procedure di evidenza pubblica”.

La risposta di Port Mobility ha fatto seguito alla nota diffusa in mattinata da Royal Bus, e trasmessa a numerosi soggetti, a partire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in cui la società annunciava che martedì prossimo “gli autisti dei suoi 40 pullmans gran turismo suoneranno ininterrottamente i clacson sotto la sede di Port Mobility per chiedere il pagamento delle somme reclamate”. 

“Sono in ballo 830mila euro che l’Authority ha già corrisposto ma che Port Mobility ha bloccato”. Secondo quanto sostenuto dal presidente di Royal Bus, Massimiliano Passalacqua, i pagamenti sarebbero stati sospesi dal settembre scorso e il 30% degli 830mila euro richiesti servirebbe per pagare quanto concordato con Agenzia delle Entrate e Inps per la sistemazione di debiti fiscali e contributivi.

In realtà, stando alle norme vigenti, non avendo Royal Bus la regolarità contributiva, Port Mobility dovrebbe pagare quanto dovuto all’azienda di trasporto direttamente alla ex Equitalia e all’Inps, fino al ripianamento del debito erariale e previdenziale della stessa Royal Bus. Un accordo, con il placet degli enti previdenziali, potrebbe essere possibile solo per versare parte delle somme dovute, direttamente agli autisti impiegati nei servizi resi alla Port Mobility e rimasti senza stipendio.

Sul fronte politico, intanto, il circolo “Almirante” di Fratelli d’Italia, attacca le istituzioni.

“Siamo gli unici ad essere intervenuti, già da settimane, – sui legge in una nota del direttivo del circolo – per sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica, insieme al nostro deputato Walter Rizzetto, la drammatica vertenza che riguarda i dipendenti della Royal Bus, storica impresa Civitavecchiese. Nel ribadire la nostra sincera ed incondizionata solidarietà nei confronti dei lavoratori Royal Bus e delle loro famiglie, torniamo a stigmatizzare la colpevole inerzia, anche in questa delicata vertenza occupazionale, delle istituzioni, in primis del Presidente dell’Autorità Portuale avv. Di Majo, e del Ministro dei Trasporti Delrio, non a caso entrambi esponenti del Partito Democratico. Ci auguriamo che il 2 gennaio 2018 i colpi di clacson dei bus della Royal Bus possano finalmente svegliare le istituzioni, sia portuali (Autorita di Sistema Portuale) sia cittadine (Sindaco ed Amministrazione Comunale) da questo vergognoso e colpevole torpore. Noi saremo al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie”.