Porto di Civitavecchia – La Royal Bus inizia a sparare ma, secondo noi, Port Mobility è il bersaglio sbagliato (seconda parte)

Basterebbe poco per risolvere questa vertenza ma il gioco preferito del presidente Di Majo e del suo “fido” Magrì è quello della zizzania dove il povero Passalacqua è la pallina da sbattere a destra e sinistra fino a che non cadrà in “buca”

CIVITAVECCHIA – Come detto nei precedenti articoli quello che sta accadendo al porto di Civitavecchia ha davvero dell’incredibile. Incredibile perché si sta giocando una partita a scapito della città ma, soprattutto, di tutti i lavoratori, compresi quelli indotti. Prima di iniziare a parlare della vertenza Royal Bus-Port Mobility giova ricordare alla più forte azienda del porto, cioè la Compagnia Portuale, che sarà presto la prossima vittima designata da questo gioco al massacro che si concluderà con il maxi appalto da 68 milioni di euro che andrà in scena il 13 febbraio prossimo (ad un mese dal voto). LEGGI QUI 

Bene. Ora parliamo di Royal Bus e del suo deus ex machina e cioè il funambolo del trasporto turisti, Massimiliano Passalacqua. Un tassinaro sui generis che nel corso degli ultimi vent’anni, tra intuizioni e agevolazioni amicali è riuscito a fare fortuna con i bus a Civitavecchia. Sì perché molti dimenticano il passato e cioè quando il porto era una bagnarola ed investire sui pullman per trasportare i croceristi era considerato follia.

Lui ci credette e nel corso degli anni era riuscito a mettere in piedi un vero e proprio colosso del trasporto turisti.

I tempi cambiano e gli investimenti non vanno sempre come uno immagina. Qualcosa, non sappiamo cosa, ha cambiato la vita di questa società che sembrava granitica.

Le cose si sono messe male per il buon Passalacqua (che oggi ancora gira in taxi senza sosta) che dopo aver tirato la cinghia, ha iniziato ad accumulare debiti, soprattutto laddove qualcuno, alla fine, ti presenta il conto. Duro. Durissimo!

Ecco che le cartelle di Equitalia oltre all’Agenzia delle Entrate arrivano come grandine d’agosto. Messe insieme fanno una cifra di 2 milioni e mezzo circa. Non è solo questo a creare difficoltà. C’è dell’altro. Chi lavora con gli enti pubblici deve aver un certificato, il DURC. Cos’è questo Durc, semplice, un documento unico di regolarità contributiva (INPS, INAIL ecc.).

Ebbene, anche in questo le cose non vanno bene e il debito da ripianare è di circa 500 mila euro. Senza questo in regola non si può lavorare con gli enti pubblici.

Ecco che la richiesta della Royal Bus assume legittimità nel richiedere le somme alla Port Mobility ma lo fa nel modo sbagliato. Già perché se più semplicemente si chiedesse alla Port Mobility di pagare direttamente l’INPS, oltre a sistemare il DURC e quindi la posizione contributiva dei lavoratori, Passalacqua e i suoi potrebbero tornare a sperare in un futuro migliore.

Un futuro incerto perché Agenzia delle Entrate ed Equitalia sono pronti con gli avvocati a pignorare qualsiasi cifra si aggiri dalle parti dei conti bancari della Royal Bus ma comunque offrirebbe una chance.

Ecco perché la Port Mobility si sta preparando al “botto” della Royal Bus (che sembra essere spinta nel baratro da qualcuno che ha in mente progetti diversi dagli attori fin qui citati) e sta “ingaggiando” autisti per conto proprio.

Ovviamente è un’autotutela perché se dovesse, la Port Mobility, pagare il dovuto direttamente alla Royal Bus e quest’ultima far sparire i soldi in un modo o nell’altro i lavoratori di Passalacqua andrebbero a bussare a casa Azzopardi che dovrebbe ripagare il già saldato.

Insomma una situazione che si è incancrenita anche grazie al supporto di disturbatori ed incantatori di serpente esterni.

Nessuno ci può convincere del contrario e cioè del piano ordito da qualcuno che ha intenzione di mettere in piedi una Newco che è un nome generico e transitorio che viene assegnato a una nuova azienda (Newco sta per New company) che dovrebbe sorgere da una ristrutturazione della Royal Bus o da un progetto di creazione di una nuova azienda (più probabile).

Il progetto prevede la creazione di una Newco che racchiuderebbe la parte sana dell’azienda, mentre i rami secchi verrebbero passati a una bad company.

Una volta che il progetto fosse completato, la Newco assumerebbe naturalmente il suo nome definitivo. In poche parole, funerale senza fiori per la Royal Bus e festa di battesimo per la società che, non vorremmo essere paragonati al mago Silvan, già sospettiamo di chi potrebbe essere.

Ecco il perché di questo attacco diretto a Port Mobility (gruppo al quale non abbiamo mai risparmiato nulla) e il colpo ferale alla Royal Bus.

Semplice. Sta nascendo un soggetto nuovo. Questo soggetto, meglio chiamarlo con il suo nome, MOSTRO, è stato imposto dai romani e da essi vuol essere gestito. Civitavecchiesi non fate finta di non vedere. Stanno cacciando tutti dai posti strategici e stanno inserendo persone loro. Faranno così anche con le altre società fino a quando non si saranno mangiati tutto.

Sarebbe opportuno che Passalacqua, invece di fare il finto tonto (perché non lo è) e prestarsi al gioco di chi gli ha promesso un bene al sole, si chiarisse con Port Mobility e facesse quadrato verso chi ha deciso di toglierlo di mezzo.

Siamo all’inizio, altro che garitte blindate della Saccone-mania. Pensare oggi che Port Mobility sia il male assoluto (dopo che Di Majo ha incassato oltre 500 mila euro dal diritto di prelazione) non è credibile neanche per noi. Anzi, avvisiamo Azzopardi. Questo gioco per chi ha fatto il militare o ama i film di guerra è ben noto. Il cecchino ferisce un soldato (che morirà lentamente) e attende paziente che qualcuno tenti di salvarlo per poi colpirlo mortalmente. Ecco. Questo è il giochetto. La domanda sorge spontanea, chi è il cecchino?

 

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