Montefiascone – La “caduta” di Paolini? Tutta colpa della Cupola (dicono)

La grande opera del Fontana (Santa Margherita) realizzata con troppo piombo. Da qui nascono tutti i problemi della politica falisca

MONTEFIASCONE – Il 2020 sarà ricordato come tra i più nefasti della storia dei falisci. Falisci i montefiasconesi. Falisci i civitonici. A Montefiascone il sindaco cacciato dai suoi ex alleati, a Civita Castellana il sindaco ha fatto esattamente il contrario. Tutti accumunati però da un unico destino, il fallimento politico!

Civita Castellana è risorta, ha estirpato gli incapaci e ricostruito su basi molto più solide e, soprattutto, giovani, giovanissime con Luca Giampieri sindaco, un libro nuovo tutto da scrivere.

Montefiascone è più inguaiata. Nove mesi di commissariamento faranno una lunga selezione naturale. Spariranno gli improvvisati della strategia del centrodestra. Lega ancora una volta protagonista, autolesionista e senza un domani. Forza Italia non esiste o forse sì. Partito Democratico asserragliato su fortini familiari. Movimento 5 Stelle ridicolo e fortunatamente quasi del tutto estinto come a livello nazionale.

Montefiascone è nota per la Cupola di Santa Margherita, tra le più grandi d’Italia (forse addirittura la terza).

Disegnata dal grande architetto Fontana (Carlo, da non confondere con il presidente della Regione Lombardia Attilio) è stata rivestita da un’immensa cortina di piombo. Da allora si dice che quel piombo influisca nelle menti dei falisci e li renda “strani”.

Tra noi e il sindaco Massimo Paolini non corre buon sangue. Non è mai stato un mistero. Lo abbiamo picchiato spesso e difeso meno del dovuto. Adesso però la difesa d’ufficio è un obbligo morale, nonostante c’abbia messo del suo e raccolto molto di quanto da lui stesso seminato.

Il sindaco dovrebbe invitare al palazzetto dello sport di via Fontanelle i firmatari della sua sfiducia.

Fare una sorta di talk show. Almeno così i cittadini capiscono tutto ciò che oggi gli sfugge.

Perché non raccontare loro i ricatti, estorsioni, minacce, denunce, delle o degli amanti; dei posti di lavoro, delle licenze edilizie e delle denunce in Procura? Cosa c’è di vero in tutto quel che si racconta nelle fraschette dove imperversa l’odor del mosto?

Chi sono quei consiglieri che hanno “rotto” con il sindaco e la sua maggioranza perché non gli è stato assunto il compagno o la compagna?

O quei consiglieri che per un amore “passionale” (più sesso che progetti) hanno pregiudicato il loro mandato popolare?

Non parliamo di chi voleva costruire sulle rive del lago o chi ha costruito più di quanto autorizzato o del tutto abusivo.

Insomma, il sindaco Massimo Paolini era circondato da un’orda di persone che oggi farebbero meglio a tacere e non parlare.

Già. “Un bel tacer non fu mai scritto”. Ecco, visto che in molti hanno preferito il “verba volant” noi dedicheremo i prossimi nove mesi allo “scripta manent“. Preparatevi. Andremo a raccontare le gesta più gloriose di almeno cinque consiglieri presi a caso (o forse più) tra quelli che hanno scelto di “fottere” non il sindaco Paolini e i suoi sodali ma oltre gli oltre 13mila cittadini che non avranno più una guida politica in questo momento così delicato e caratterizzato dal Coronavirus.

E’ giunto il momento di rispolverare la grinta dei nostri antenati. Quelli che il piombo nel cervello ce l’avevano davvero. Matti scatenati senza paura come il “Pinguino” e i suoi amici; altro che Tognazzi & Co.

Pinguino“, noto personaggio falisco del dopoguerra. Amava andare al Cinema Giardino con gli amici della “banda“. I soliti quattro guasconi sfaticati sopravvissuti ai tedeschi e non solo.

Erano soliti pagare la “maschera” con una SRCM Mod. 35 (famosa bomba a mano italiana). Arrivavano, lui spolettava la granata sulla mano del cassiere e via a prendere posto in sala.

Ovviamente a fine proiezione se la riprendevano e la metteva in sicurezza. C’avevano solo quel residuo bellico che però una notte, dopo una lite, decisero di utilizzare.

Al grido “vecchio maledetto non vedrai sorgere Febo” la lanciarono al vecchio titolare del Bar Italia intento a fare i bisogni tra gli ulivi (prima non c’erano i bagni) nei pressi della Porta del Borgo.

Questa la reazione di alcuni cittadini alla caduta del sindaco Massimo Paolini (vietato agli astemi)…

 

 

– segue