Viterbo – Fratelli d’Italia difende l’agroalimentare italiano. No al “Nutri Score”

VITERBO- Oggi, presso il giardino del Pero 2.0, si è svolta la conferenza stampa di Fratelli d’Italia “Difendiamo l’agroalimentare italiano dal Nutri Score e dall’omologazione”.

Dopo una breve introduzione da parte del deputato Mauro Rotelli, il coordinatore provinciale Massimo Giampieri, ha evidenziato l’importanza dell’agricoltura per il settore economico del Paese e soprattutto nel viterbese e ha ribadito il suo NO ad un sistema di etichettatura approssimativo. “Per prima Fratelli d’Italia alza la voce contro una legge scellerata che va a scopo di interessi economici non italiani” afferma Giampieri.

In questo modo, si creerebbero delle distorsioni come, per esempio, l’olio extravergine d’oliva verrebbe valutato peggiore di quello industriale.

“Il Nutri Score rappresenta un serio e concreto rischio per tutto il Made in Italy e, di conseguenza, per i prodotti della Tuscia – spiega Pietro Narduzzi, il responsabile provinciale dip. Agricoltura – sono a rischio le tradizioni e la cultura alimentare italiana, caratterizzata dalla dieta Mediterranea, Patrimonio Unesco. Non è concepibile una scala di valori che giudichi più salutari dei cibi che, in confronto ai nostri, di genuino hanno ben poco. Difendere la nostra sovranità alimentare ci rende liberi e competitivi. Le nostre tradizioni e la nostra identità culturale, passa attraverso queste battaglie culturali. Dietro ogni piatto, ricetta o prodotto agroalimentare italiano, c’è un linguaggio particolare. Difendere i nostri alimenti significa essere padroni del nostro futuro. Il ‘sistema a semaforo’ prevede una classificazione degli alimenti pressoché approssimativa”.

“Abbiamo degli allevamenti che fondamentalmente nella Tuscia fanno la nostra storia – prosegue Roberto Bedini, il coordinatore regionale dip. Agricoltura – abbiamo degli oli come quello della Cimina o della Sabina, che devono essere preservati. Anche se, il Nutri Score è qualcosa che arriva immediato e la semplificazione che è alla base del sistema potrebbe agevolare l’utente finale, ha una base scientifica carente e l’algoritmo, così come la conclusione, è errato quindi è deleteria e porta ad una cattiva informazione. È inammissibile che io possa bere bibite gassate e zuccherate che mi portino ad un Nutri Score positivo, rispetto a due cucchiaini di olio d’oliva: sotto l’aspetto scientifico non ha ragion d’essere”.

Il senatore Luca De Carlo, ribadisce che la battaglia va avanti già dallo scorso Febbraio e che consiste in un sistema che danneggia i prodotti italiani. “Noi italiani abbiamo il difetto di sottovalutarci mentre dovremmo renderci conto di quanto i nostri prodotti vengano apprezzati in tutto il mondo. È riconosciuto ovunque che se, sopra un prodotto, si trova la bandiera italiana, è sinonimo di qualità. Ricordiamoci che siamo la sesta nazione al mondo per agricoltura sostenibile. Nutri Score non ha nulla a che fare con l’innovazione, noi invece crediamo nella diversità, vogliamo salvaguardare la tradizione ma con rinnovamento”.

Infatti, i concorrenti europei stanno cercando di veicolare messaggi nutrizionali distorsivi, potenzialmente penalizzanti e dannosi per l’economia nazionale e, altro pericolo da non sottovalutare, creare fenomeni destabilizzanti sulla concorrenza e sulla leale competizione economica internazionale e non si può permettere che il consumatore finale sia vittima di informazioni incomplete e imprecise.

È un nostro diritto e dovere proteggere le eccellenze alimentari italiane e il relativo settore professionale, che riveste un peso specifico e strategico nel sistema socioeconomico nazionale. È fondamentale capire che il Made in Italy, o meglio il Made in Tuscia, porta con sé un retaggio culturale dal valore inestimabile.