Nell’Audizione in Commissione Trasparenza gli uffici regionali ammettono salti ed errori scaricando la responsabilità su Allumiere. “In passato per candidati non chiamati abbiamo dovuto pagare i danni”
ROMA – Clamoroso al Cibali. Possiamo citare una storica frase legata al mondo del pallone per riassumere quanto successo oggi in Commissione Trasparenza.
“A differenza dei Comuni noi avevamo la graduatoria”, così gli uffici della regione. Da subito, però, leggendo gli atti, il presidente della Commissione, Chiara Colosimo, ha messo in evidenza l’ennesimo pastrocchio messo in atto dal comune di Allumiere.
La Determinazione n. 168 del 14 dicembre 2020, inviata in regione, prevede l’assunzione dei 5 vincitori del bando e cita la presenza, in allegato, della graduatoria.
Il famoso verbale n. 7 che, però, contiene 5 vincitori e ben 78 idonei, diversa dalla graduatoria consultabile sul sito del comune di Allumiere.
La famosa “errata corrige”, citata anche nella trasmissione di Giletti e nella home page del portale del comune, sembra non sia stata assorbita dalla graduatoria “ufficiale” e quindi è stato ufficializzato un verbale “farlocco”.
Secondo la d.ssa Cinzia Felci e il dott. Fabio Pezone, gli eventuali errori nella trasmissione dei nominativi, nella prova preselettiva e nella votazione della prova orale (la prova orale – nel bando di concorso – doveva avere un massimo di 30 punti ma se poi andiamo a vedere il verbale n. 6 si legge che la Commissione aveva a disposizione un massimo di 25 trentesimi, perché di 5 punti ne spettano 2,5 alla lingua straniera e 2,5 all’informatica) sono da imputare esclusivamente al comune di Allumiere.
“Noi con l’accordo abbiamo deciso di lasciare la gestione dell’invio dei nomi ad Allumiere. Solo loro avevano contezza di tutto”.
E’ evidente, quindi, che se c’è stata una “regia” nel trasmettere e collocare i nomi in un posto piuttosto che in un altro, le responsabilità vanno cercate nel piccolo comune sui monti della Tolfa.
Comune dove il sindaco Pasquini, che da oltre un mese riveste anche il ruolo di Responsabile del personale, sembra non volerne sapere di trasmettere tutta la documentazione alla Commissione Trasparenza della Pisana assumendosene, di conseguenza, tutte le responsabilità e gli atti conseguenziali.
Nella seduta si è anche cercato di chiarire la grande efficienza burocratica messa in atto il 24 dicembre 2020 ma le rassicurazione date dai dirigenti andrebbero approfondite carte alla mano.
In attesa di visionare tutta la documentazione citata, Pino Simeone è intervenuto chiedendo ufficialmente gli atti protocollati e che non avrebbe accettato documentazione senza numero di protocollo.
Francesca De Vito, purtroppo, oggi è stata lasciata sola nonostante abbia provato, in più di un’occasione e insieme alla presidente Chiara Colosimo, ad incalzare gli auditi per cercare di chiarire ogni circostanza dubbia.
Della presenza degli altri due commissari di opposizione, Tripodi e Capolei, appartenente al gruppo Forza Italia da Nettuno fino all’uscita 31 del GRA, preferiamo sorvolare.
Pezone, poi, ha tenuto a precisare che negli anni passati la Regione Lazio ha subito un ricorso da un candidato non chiamato in uno scorrimento di una graduatoria e ha ammesso che l’Ente di via della Pisana è stato costretto “a pagare i danni”.
Noi sappiamo che i salti della graduatoria sono stati molti e sembra che nessuno abbia fatto ricorso. A cominciare dalle due persone posizionate al n. 13 e 14 dell’elenco i cui nominativi non figurano in nessun atto dei comuni e del Consiglio regionale che hanno poi proceduto alle assunzioni.
Strano, anche perché ad ascoltare le audizioni e verificando una serie infinita di anomalie, chi ha subito un salto di graduatoria ha molte speranze di ottenere una bella ricompensa. Però i ricorsi latitano… Come mai?
Ultima precisazione d’obbligo: la seduta non è stata trasmessa in streaming ma la d.ssa Felci in questa decisione non c’entra nulla (come invece riportato nell’articolo di ieri), in quanto l’autorizzazione viene inoltrata dal Presidente della Commissione al Presidente del Consiglio regionale. Evidentemente quest’ultimo non ha fatto arrivare a destinazione la necessaria autorizzazione e quindi la richiesta di trasparenza, avanzata dalla Presidente Colosimo, è caduta nel vuoto.