Concorsopoli Allumiere – I collaboratori del presidente Buschini assunti a sua insaputa

Intanto proseguono senza sosta le indagini della Procura di Civitavecchia. Presto nuovi sviluppi

ROMA – “Non ho mai parlato col sindaco di Allumiere del concorso, né della graduatoria o delle procedure. Non ho mai avuto un confronto con lui su queste tematiche. Posso dirlo con assoluta nettezza”, ha detto l’ex Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini, rispondendo alle domande dei consiglieri durante l’Audizione in Commissione Trasparenza presieduta da Chiara Colosimo.

Poi ha aggiunto: “non ero a conoscenza nemmeno del fatto che collaboratori dello staff della presidenza e dell’Ufficio di presidenza avessero partecipato al concorso”.

A distanza di pochi giorni dall’Audizione, sono queste le parole sottolineate con molta attenzione da quasi tutte le persone che cercano di capire cosa sia avvenuto nello scorso anno, in pieno lockdown, nel piccolo comune dei monti della Tolfa.

Gli addetti ai lavori e i media hanno ascoltato con molta attenzione le parole del consigliere PD ma, ad onor del vero, nei circa novanta minuti di Audizione hanno appassionato molto poco l’elencazione di dati, fabbisogni, ed altre minuzie tecniche.

Chiaro che, dal punto di vista giuridico/legale, le assunzioni sono state fatte seguendo criteri ben precisi ma le risposte che si cercavano erano altre: i rapporti tra Buschini e Pasquini (quest’ultimo alle dipendenze del primo nello staff della presidenza) e se l’ex Presidente ritenesse opportuno che tre suoi collaboratori si recassero, dalla provincia di Frosinone, nella lontana Allumiere per ottenere una idoneità che, successivamente, avrebbe portato all’assunzione degli stessi.

Il tutto grazie proprio grazie al sindaco Pasquini che in questi anni ha condiviso ufficio e incarico con i neoassunti.

E le risposte sono state nette: mai parlato di concorsi con il sindaco di Allumiere e nessuno dei suoi collaboratori lo aveva avvisato sulle intenzioni di conquistare il posto a tempo indeterminato passando per Allumiere.

Forse sarà stata proprio la necessità di non condividere con l’ex datore di lavoro questa aspirazione a spingere Strambi e D’Orazio a rifiutare il posto di lavoro alla Pisana, rischiando di rimanere senza il “posto fisso”.

Però spesso le ciambelle riescono con il buco e in aiuto dei due, pochi giorni dopo il rifiuto della proposta di assunzione del Consiglio regionale, è arrivata la chiamata del comune di Guidonia che ha provveduto, in poche ore, ad assumere i due ciociari.

Da mesi si cercano le risposte a questa che rappresenta un’altra anomalia della vicenda riguardante Concorsopoli: più di qualcuno di coloro “scelti” dal Consiglio hanno rifiutato l’assunzione per poi essere chiamati da altri comuni del Lazio.

Buschini in audizione non ha (giustamente) saputo rispondere su cosa avrebbe spinto i candidati a rifiutare: “Non conosco le motivazioni. Sicuramente chi ha rifiutato la chiamata sapeva che non sarebbe stato posto fuori dalla graduatoria“.

L’ex Presidente del Consiglio non conosce le motivazioni ma non si può negare che è sempre più evidente, come è stato più volte ricordato anche in Commissione Trasparenza, che sembra come se una “regia” avesse guidato dall’alto le assunzioni: i residenti ad Allumiere vicino casa, poi è toccato a Ladispoli assumere la segretaria particolare del sindaco.

In seguito, i residenti a Civitavecchia alla corte dell’amministrazione Tedesco, in regione tanti amministratori locali vicini a membri dell’Ufficio di Presidenza della Pisana, a Guidonia Manunta accolto a braccia aperte dal sindaco Barbet e i due ciociari nel luogo più vicino a casa (dal punto di vista del tempo di percorrenza grazie alla bretella della A1 che collega perfettamente la ciociaria al palazzo comunale di piazza Matteotti).

Per non parlare di Serena Bruni: il suo nome è stato inviato, attraverso il solito specchietto, alla vicina (rispetto a Manziana) Anguillara (solo 7,5 km).

La “regia” supera anche il miglior Sir Alfred Joseph Hitchcock quando si cerca di ricostruire il fatidico 24 dicembre 2020.

Mentre Magrì, dopo aver accettato l’incarico a Civitavecchia (con tanto di Determina che lo assegna all’anagrafe), ci ripensa e butta al vento il posto di lavoro avuto con tanta fatica, nello stesso giorno il suo nome viene inviato in regione per l’assunzione perché, incredibilmente, Alexandra Canestrari, sempre in data 24 dicembre, rinuncia al posto di lavoro.

La Canestrari rinuncia il 24 mentre tutti gli altri interpellati dal Consiglio regionale inviano la risposta (positiva o negativa) in data 23 dicembre.

Sembra quasi andare in perfetta sintonia con il suo concittadino, Massimiliano Magrì. La cui rinuncia, poi, ha creato un buco presso il comune di Civitavecchia che andava colmato.

Con chi? Proprio con la Canestrari, anch’essa residente a Civitavecchia. Creando, però, l’ennesimo macroscopico errore della “regia”. Canestrari è posizionata al numero 30 della famosa “graduatoria provvisoria dei miracoli” e prima di trasmettere il suo nominativo a Civitavecchia, nel famoso specchietto, c’erano almeno 6 persone “libere” il cui nominativo andava comunque trasmesso per valutare l’opportunità di una assunzione. A meno che, nella famosa “interlocuzione” raccontata nell’audizione di qualche giorno fa, sia compresa anche il rifiuto tacito di chi non è di Civitavecchia. Altrimenti le chiacchiere (o le interlocuzioni) stanno a zero.

Le indagini continuano in modo serrato e ci sarebbero le prime ammissioni su quelle strane coincidenze.