Furono trovati 55 chilogrammi di cocaina dentro un container ma i due stavano soltanto controllando i frigoriferi
CIVITAVECCHIA – Dopo oltre due anni di patimenti, chiacchiere e umiliazioni varie si è conclusa nel migliore dei modi la disavventura dei due civitavecchiesi Simone D’Angelo e Emanuele Scognamiglio, arrestati a giugno 2020 e fino ad oggi ai domiciliari.
Ieri presso il Tribunale di Palmi (Calabria), si è svolto il processo con rito abbreviato (richiesto dalle difese), a carico dei due, difesi rispettivamente dagli avvocati Matteo Mormino e Daniele Barbieri, e Francesca e Pier Salvatore Maruccio, accusati di traffico internazionale di droga
In una notte di due anni fa un’operazione di polizia iniziata nel Porto di Gioia Tauro e conclusa a Civitavecchia portò i militari a scoprire 55 chili di cocaina purissima.
I due uomini in servizio notturno nello scalo merci di Civitavecchia stavano controllando il funzionamento dei moti frigo dei container in attesa di essere trasferiti. Si trovarono nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Furono arrestati, tradotti in carcere e poi ai domiciliari, fino ad oggi. A nulla sono valse le loro giustificazioni. Il percorso di lavoro già programmato e via dicendo. Nonostante le prove raccolte a loro discolpa il pm calabrese aveva chiesto per i due giovani 4 anni di carcere ma rischiavano una condanna fino a 20 anni.
Secondo gli investigatori, Dda di Gioia e Guardia di finanza, il carico era destinato a Civitavecchia. Per questo era stata lasciata parte della droga all’interno del container. I due sono entrati per controllare, si sono allontanati per rientrare negli uffici ed è scattato il blitz. Contestato il traffico dei 54 kg di droga. Arresto, carcere e domiciliari poi fino a ieri, fino alla sentenza di assoluzione.
“Siamo più che soddisfatti – hanno spiegato gli avvocati Mormino e Barbieri – finalmente si esce da questa storia, lunga un anno. Abbiamo lavorato molto, abbiamo cercato di portare le nostre ragioni e di smontare punto per punto le tesi dell’accusa. Finalmente è stata fatta giustizia”.
Adesso i due sono finalmente liberi e potranno tornare alla vita normale. Ovviamente potranno chiedere anche il risarcimento dei danni patiti dall’ingiusta detenzione. Questo però è un altro capitolo.