Regione Umbria, Melasecche: “volgare attacco di un sindacalista anonimo della CGIL TRASPORTI”

L’assessore regionale ai Trasporti: “respingo qualsiasi imbarbarimento del confronto politico ed amministrativo. Segnalo al Prefetto per ogni evenienza”

Di Enrico Melasecche, Assessore ai Trasporti della Regione Umbria 

Leggo con alcuni giorni di ritardo un commento a margine della manifestazione di alcuni sindacalisti del trasporto pubblico in Piazza Italia di martedi scorso nel corso dello svolgimento del Consiglio Regionale. Fra le ricorrenti frasi di circostanza alcune perle di inusitata cattiveria evidenziano la precisa volontà da parte di una certa “sinistra militante” di alzare il livello dello scontro, abbassando pesantemente lo stile e la volontà di concretezza.

Segnalo al Prefetto e denuncio pubblicamente per ogni evenienza questo modo indegno di rapportarsi a livello istituzionale. Chiedo, se questo è il metodo scelto, cosa accadrà quando si andrà a recuperare legalità ed efficienza con la prima gara nella storia regionale del TPL? Con  la Presidente Tesei abbiamo sempre ricordato nei vari incontri, con assoluta limpidezza, il “piano industriale” in atto per riportare il Trasporto pubblico ad una indispensabile modernizzazione ed efficienza, con criteri di assoluta trasparenza e legalità, che sono spesso e volentieri mancate fino a ieri. I cittadini dell’Umbria sono stanchi di pagare imposte e tasse, spesso a livelli medio alti, senza prospettive di miglioramento. L’articolo, riferito al lavoro della giunta ed in particolare del sottoscritto, fra le altre perle, parla di “un egoismo politico di questo spessore e di una leggerezza assoluta delle istituzioni. L’assessore regionale per giunta – riferito evidentemente al sottoscritto- passando davanti ai sindacati e lavoratori nel mentre entrava a palazzo Cesaroni, ha espresso un sorriso spietato senza un minimo di ritegno”. Mentre i sindacalisti manifestavano in mezzo alla piazza io mi recavo a distanza sul marciapiedi per entrare in consiglio. Respingo parole del genere che non meriterebbero commenti se non fosse che l’anonimato dietro cui si trincera il sindacalista della CGIL, unitamente alla volontà di colpire di chi utilizza pagine dell’ARCI con inusitata volgarità, per fomentare lo scontro, evidenziano, se ancora ve ne fosse bisogno, che, da parte di alcuni non si accetta il responso delle urne ma ci si illude di voler determinare le sorti di una comunità regionale che non intende più subire ricatti ed intimidazioni ma chiede serietà e risultati, quelli che stiamo ogni giorno producendo, in un confronto sereno e ragionato sui problemi reali e sulle possibili soluzioni. E’ per questo che segnalo al Prefetto tale imbarbarimento nei rapporti per ogni futura evenienza. Le condizioni di vergognoso degrado in cui è stato lasciato il trasporto pubblico in Umbria negli ultimi dieci anni è certificato dalla enorme difficoltà con cui da molti mesi stiamo sollecitando le banche a deliberare il piano di rientro dal debito di Umbria Mobilità per trasformarla in Agenzia in condizioni diametralmente opposte a quelle in cui è stata amministrata fino a ieri ed i 15 milioni circa di IVA spesa in più dal gennaio 2020 non è certo addebitabile a questa giunta. Intendiamo viceversa migliorare la qualità dei servizi, sia su gomma che su ferro, e ad oggi i risultati sono indiscutibili.

Perchè allora invece di trasformare corrette relazioni sindacali in una sorta di scontro fisico non pervengono dagli stessi proposte professionalmente calibrate per ridurre gli sprechi di autobus mastodontici che viaggiano vuoti in alcune ore del giorno ed il alcune tratte e che, solo a causa del covid e delle normative introdotte ad hoc per impedire il tracollo del settore, non è stato possibile fin qui affrontare?   

Perchè il sindacato non spende una parola per aiutarci a velocizzare la tratta Città di Castello-Ponte San Giovanni della FCU in cui quattro passaggi a livello nel Comune di Perugia impediscono di guadagnare minuti preziosi per dare un servizio migliore ai cittadini aumentando la sicurezza dove non esistono neanche le sbarre quando l’ANSFISA, Agenzia Nazionale Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali, sollecita la eliminazioni di tali pericoli?

Perchè il sindacato continua a fare terrorismo psicologico sulla perdita del posto da parte dei lavoratori quando la stessa Busitalia ha assicurato la Regione che la eliminazione degli sprechi, nell’ambito di una gradualità concordata, non comporta la perdita di un solo posto di lavoro?

Non abbiamo mai evitato il confronto con i lavoratori ma occorre comprendere una volta per tutte che se le esigenze del Bilancio impongono riduzione del budget assegnato ai Trasporti per sostenere le imprese in difficoltà e lo sviluppo, come può questo settore sottrarsi ad una manovra in tal senso? Il consociativismo d’un tempo che, con l’atto d’obbligo, mescolava in un unico calderone responsabilità della Regione e delle società di trasporto sono ormai acqua passata e se da gennaio 2020 ad oggi circa 15.000.000 di IVA sono stati spesi dalla Regione a causa delle enormi difficoltà che abbiamo nel far decollare l’Agenzia cosa può fare questa amministrazione se non insistere tenacemente facendo comprendere le buone ragioni sottese al nostro progetto?