Concorsopoli Allumiere – La Commissione “trasparente” per il centrodestra ma appare (come Fatima) il fantasma Tripodino

Inspiegabile comportamento dei commissari di Lega e Forza Italia. Per loro conta lo stipendio o il bene comune?

ROMA – Ieri si è consumata una giornata molto intensa per le note vicende legate alla “Concorsopoli di Allumiere”. Commissione Trasparenza e Pubblicità al lavoro sulla relazione finale consegnata ai commissari che hanno già provato e minacciato di edulcorare alcuni passaggi.

Qualcuno ha cercato (vedi Patanè) di rivendicare il diritto di emendare un lavoro che non può essere emendato. Il motivo è politico. Il Partito Democratico, versante ciociaro, è nella bufera per questa vicenda. Ci ha pensato la Procura di Civitavecchia ha mettere il sigillo di piombo sui lavori. Quel concorso ha dei pentiti. Di questo ne parleremo più approfonditamente in un altro articolo.

Quello che abbiamo notato ieri, seguendo quella scialba diretta dove la presidente Chiara Colosimo è stata costretta da sola a difendere l’operato dei lavori.

Durante l’audizione della XIII Commissione Trasparenza e Pubblicità per l’illustrazione della Relazione sulle Sedute riguardanti le procedure concorsuali nel comune di Allumiere a cui ha attinto anche il Consiglio regionale e da subito i consiglieri della maggioranza di Zingaretti hanno alzato le barricate, chiedendo tempo e modifiche (anche sostanziali) al corposo documento presentato.

Il Presidente ha ricordato gli errori, ammessi anche da Pasquini nell’Audizione del 28 maggio, nelle prove preselettive e che hanno portato l’avv. Stefano Trippanera a suggerire, nel parere pro veritate elaborato proprio su richiesta del sindaco di Allumiere, l’annullamento del concorso.

Ha rammentato gli altri errori nella formulazione dei punteggi sempre nella famosa prova preselettiva e nella prova orale. 

Queste assegnazioni, come è stato ricordato, sembrerebbero essere conseguenza di una regia: d’altronde non si spiega, come ha ricordato la Colosimo citando le parole del sindaco di Bracciano ascoltato in Commissione, il salto che ha portato alcuni Enti a ricevere dei nomi ignorando contestualmente alcuni idonei posizionati più in alto nella graduatoria.

La Colosimo, poi, ha ricordato la suddivisione in 7 gruppi dei candidati per lo svolgimento delle prove preselettive con la curiosa coincidenza che dal primo di questi gruppi sarebbero usciti la quasi totalità degli idonei assunti. Degli assunti (44) ben 29 sarebbero rimasti fuori dopo lo svolgimento della prova preselettiva se fosse stato applicato il principio e criterio (non derogabile, come affermato dall’avv. Trippanera) previsto dall’art. 5 del Bando di Concorso.

Questa dettagliata illustrazione è risultata un po’ indigesta ai consiglieri di maggioranza che hanno chiesto non solo di poter fare “osservazioni”, ma anche proporre “emendamenti”. E di farlo chiedendo un bel po’ di tempo per poter valutare con estrema attenzione cosa è scritto nelle 90 pagine di Relazione. 

Nel massimo rispetto della condivisione del documento, suona strano come alcuni consiglieri, Alessandro Capriccioli su tutti, siano intervenuti già nella prima seduta illustrativa della relazione buttandosi in avanti e dichiarando che gli emendamenti potranno “aggiungere ma anche sottrarre”. 

Ultima considerazione. La Commissione si è svolta alle ore 12 mentre, in contemporanea, si svolgeva una seduta congiunta della Commissione Bilancio e Sviluppo Economico. Alcuni consiglieri sono componenti della Trasparenza e, contemporaneamente del Bilancio e Sviluppo Economico. Il capogruppo del PD, Marta Leonori, è membro di tutte e tre le Commissioni. Questo non gli ha impedito di seguire, stante la delicatezza della materia, la seduta della Commissione Trasparenza. E con lei tutta (o quasi) la maggioranza facente parte della XIII Commissione. Se si esclude la sempre presente, attiva e concentrata Francesca De Vito (a parte, naturalmente, il Presidente Colosimo), sembra aver seguito una Commissione monocolore con i componenti di centrodestra anche questa volta assenti. Nessuna traccia dei forzisti Capolei e Simeone, mentre ha fatto una fugace apparizione, tra una bottiglia di Cesanese del Piglio e una di Brunello di Montalcino, il capogruppo della Lega Tripodi (non sappiamo se davanti avesse anche un piatto di prosciutto).

Il volto emaciato, pensieroso e perso nel vuoto. Si vede che ha problemi seri, serissimi, meglio tacere e gustarsi un gustosissimo Tavernello d’annata.